Niente da fare per un primo nucleo
delle 51 famiglie che avevano citato in giudizio a Londra il
colosso farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca nell'ambito di
una class action potenzialmente milionaria relativa ai danni
collaterali - talora mortali - imputati al vaccino anti Covid
prodotto dall'azienda: il primo approvato nel Regno Unito e in
Europa durante la pandemia, dopo essere stato sviluppato
dall'università di Oxford. Gli avvocati di 12 di queste famiglie
hanno infatti annunciato di aver rinunciato a portare avanti la
richiesta di risarcimento danni dinanzi all'Alta Corte della
capitale britannica, come riferisce il Daily Telegraph, di
fronte alla prospettiva concreta di vedersi respinti i ricorsi e
di dover sostenere
pesanti costi legali.
L'annuncio è arrivato dopo che la stessa AstraZeneca aveva
ammesso per la prima volta, in documenti giudiziari citati pochi
giorni fa, la possibile relazione fra il suo vaccino ed episodi
di trombosi di tipoTts (con sindrome da trombocitopenia) come
"effetto collaterale molto raro". Pur negando responsabilità
legali e trincerandosi sia dietro le generiche avvertenze del
foglio illustrativo, sia dietro le tutele garantite di fronte
all'emergenza Covid dal governo britannico.
I familiari tiratisi indietro hanno difeso le loro ragioni,
negando categoricamente di poter essere bollati come "teorici
della cospirazione" e dicendosi amareggiati di aver dovuto
rinunciare a causa dei "cavilli tecnici" con cui tanto l'azienda
quanto il governo si sarebbero fatti scudo. Non senza insistere
sia sulla legittimità della battaglia giudiziaria che altri
stanno continuando a portare avanti - nel Regno Unito come in
altri Paesi - sia sulla richiesta di trasparenza.
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