La prima analisi sull'assistenza
infermieristica domiciliare in Italia rivela come più di 9
pazienti su 10 siano soddisfatti delle cure ricevute, con una
valutazione media di 9.3 che raggiunge il 9.4 negli anziani.
L'indagine "Il contributo dell'infermieristica per lo sviluppo
della territorialità", condotta per dieci mesi dal Centro di
eccellenza per la ricerca e lo sviluppo dell'infermieristica
(Cersi) su mandato della Federazione nazionale degli ordini
delle professioni infermieristiche (Fnopi), è stata effettuata
su 77 Asl su 110, per una copertura del 75,3% della popolazione
italiana.
I dati raccolti dal Cersi evidenziano inoltre come tra gli
infermieri partecipanti all'analisi siano l'83,3% coloro che si
dichiarano soddisfatti o molto soddisfatti del proprio lavoro,
mentre la quota di chi lascerebbe il lavoro se ne avesse la
possibilità è limitata al 20,1%. Poco più di un terzo, il 37%,
sottolinea un carico medio-alto di lavoro, mentre il 10,3%
dichiara un carico elevato. Il 20,5% afferma di aver subito un
attacco di violenza negli ultimi 12 mesi, con il 36,9% che ne
dichiara tre o più.
Le attività di assistenza infermieristica (prelievi,
medicazioni, somministrazione di farmaci, gestione di device,
educazione, formazione, monitoraggio, procedure
clinico-assistenziali) sono garantite in quasi tutte le Asl, ma
solo il 27% ospita Case della comunità e il 57% offre servizi di
sanità digitale. In media ogni Asl eroga 10,1 attività
domiciliari su 17.
"È auspicabile l'implementazione di modelli che prevedano il
coinvolgimento di infermieri con formazione specifica nelle cure
territoriali", afferma il Comitato centrale Fnopi. "Attraverso
le strutture, per ora scarse, quali Case della comunità o unità
di degenza infermieristiche, sarebbe possibile incrementare la
quantità e la complessità degli interventi erogati in ambito
territoriale, senza il coinvolgimento delle strutture
ospedaliere", evidenzia, aggiungendo come oggi "la distribuzione
della tipologia di servizi disponibili e delle relative risorse
non sembra essere sempre in linea con la densità abitativa e
dunque con le richieste della popolazione, contrariamente a
quanto sottolineato dalla letteratura riguardo alla necessità di
adattare il più possibile i modelli alle esigenze dell'utenza".
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