Ventimila farmaci in sviluppo nel
mondo, 2 mila miliardi di euro di investimenti previsti tra il
2025 e il 2030, l'80% dei quali destinato a reti di ricerca; due
miliardi di investimenti solo in Italia nel 2023 con un aumento
del 21% in cinque anni. Sono alcuni dei numeri dell'industria
farmaceutica presentati nel corso della seconda edizione del
Forum Incyte sulla Ricerca tenutasi oggi a Roma.
L'incontro, che ha coinvolto rappresentanti delle imprese,
insieme a quelli di istituzioni, università e Terzo settore, si
è focalizzato sull'importanza di una strategia nazionale a
supporto della ricerca, capace di attrarre investimenti ma anche
di trattenere i talenti.
"La ricerca scientifica è motore di innovazione e i
protagonisti di questa attività sono proprio i giovani", ha
dichiarato Chiara Ambrogio, professore ordinario all'Università
di Torino. "Creare percorsi di formazione innovativi e
infrastrutture di ricerca capaci di attrarre e trattenere i
ricercatori è prioritario per garantire la competitività della
nostra comunità scientifica", ha aggiunto.
In questo scenario l'industria farmaceutica può giocare un
ruolo importante, ha affermato il presidente di Assobiotec
Fabrizio Greco: "Ad oggi, però, l'Unione Europea sta perdendo
competitività, soprattutto nella Ricerca & Sviluppo, dove nel
2023 gli USA hanno investito il 52% del totale globale, mentre
l'Europa solo il 16%", ha affermato. "Se guardiamo poi
all'Italia, la fotografia è di un Paese leader nella produzione
farmaceutica, con il 18% del totale europeo, ma con solo il 6%
degli investimenti continentali in R&S".
"Investire in ricerca significa credere nel futuro e l'UE
deve fare di più, con politiche per l'attrattività e regole
competitive sulla proprietà intellettuale, per invertire una
tendenza che la vede perdere quote degli investimenti mondiali",
gli ha fatto eco Carlo Riccini, vicedirettore generale di
Farmindustria.
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