La provincia di Ascoli
Piceno è al quinto posto nella classifica nazionale per il
numero di casi di mortalità a seguito di infarto miocardico
acuto, con un tasso percentuale del 6,03% a un anno, ed è al
ventunesimo posto, e dunque ha una mortalità tra le 21 più basse
in Italia, a 30 giorni con un tasso percentuale del 4,98%. Un
risultato importante - ancora di più considerando che la media
nazionale a un anno è dell'8,57% e a un mese del 7,13% - "a
dimostrazione ulteriore di quanto l'unità operativa complessa di
cardiologia e Utic dell'ospedale 'Mazzoni' dell'Azienda
sanitaria territoriale di Ascoli, dove afferiscono i pazienti
colpiti da infarto miocardico acuto della provincia o che si
trovano nel Piceno, sia sempre più un'eccellenza nel panorama
nazionale" fa sapere l'Ast di Ascoli.
I dati sono dell'edizione 2024 del Programma nazionale esiti
(Pne) elaborato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari
regionali (Agenas) e fanno riferimento all'attività
assistenziale erogata nell'anno 2023 da oltre 1.300 ospedali
pubblici e privati. "Il risultato è in continuità con il passato
- dice il direttore dell'unità operativa complessa di
cardiologia e Utic dell'ospedale 'Mazzoni' di Ascoli Piceno,
Pierfrancesco Grossi -. La rete dell'infarto e
dell'angioplastica primaria h24, che fa capo all'emodinamica del
nostro reparto, funziona bene e fornisce questo livello di
prestazioni da oltre 15 anni a tutta la provincia. Siamo
riusciti a mantenere bassa la mortalità nonostante negli ultimi
10 anni sia aumentata la complessità dei pazienti, che sono più
anziani e dunque con più patologie associate che li rendono
maggiormente fragili".
Per Grossi, questo risultato pone l'ospedale Mazzoni ai vertici
della cardiologia a livello nazionale, "è segno dell'ottimo
funzionamento della rete cardiologica provinciale ed è il frutto
del lavoro svolto dai professionisti che operano nel percorso
dell'infarto".
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