Un mix di arginina e vitamina C, in
associazione alla terapia inalatoria standard, può contribuire a
migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da
broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), riducendo la
mancanza di fiato e l'affaticamento. È il dato che emerge da uno
condotto dalla Unità operativa complessa di Pneumologia
dell'Ospedale Luigi Sacco di Milano, in collaborazione con
l'Ospedale Civico Codogno (Lodi). Lo studio sarà presentato nel
corso del congresso nazionale di Pneumologia, che si aprirà
domani a Milano.
La Bpco colpisce 3,5 milioni di persone in Italia sottraendo
oltre 480mila anni di vita in salute. "Nel nostro Paese la
bronchite cronica registra numeri importanti, con una prevalenza
al di sopra dei 40 anni del 5-10%, che raggiunge il 20% negli
over 70, con 28mila decessi ogni anno e costi diretti e
indiretti di circa 15 miliardi di euro", spiega Pierachille
Santus, professore di Malattie Respiratorie all'Università degli
Studi di Milano e direttore di Pneumologia all'ospedale Sacco di
Milano. "Deriva da un'infiammazione cronica dell'apparato
respiratorio che 'restringe' le vie aeree riducendo il passaggio
dell'aria verso i polmoni e distrugge così il tessuto polmonare
dove avviene lo scambio di ossigeno con il sangue", prosegue. "È
importante intercettarla ai primissimi sintomi, non
sottovalutarla e ricordarsi che il fattore di rischio principale
è tutt'ora il fumo", precisa Santus.
La nuova ricerca ha coinvolto 150 pazienti con Bpco, divisi
equamente per ricevere il mix di arginina e vitamina C o un
placebo. Dopo un mese di trattamento, i ricercatori hanno
riscontrato un significativo miglioramento nella qualità di vita
dei pazienti, misurato con un indice che, tra le altre cose,
tiene conto della dispnea, dell'affaticamento e della capacità
di svolgere le normali attività quotidiane. "I dati indicano
chiaramente che il mix di arginina e vitamina C, in aggiunta
alla terapia inalatoria standard in fase clinicamente stabile, è
capace di indurre un miglioramento della qualità di vita e della
dispnea", evidenzia Santus, autore principale dello studio.
Ora, "sono necessari ulteriori futuri studi che ci consentano di
individuare i fattori predittivi della risposta clinica al mix
di arginina e vitamina C", conclude l'esperto.
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