Sono passati 30 anni dalla legge che
ha decretato la nascita delle Aziende sanitarie al posto delle
vecchie Unità Sanitarie Locali. Una riforma che, nell'arco di
tre decenni, ha portato quasi al raddoppio delle strutture
territoriali, a fronte della riduzione delle strutture di
ricovero pubbliche. Questi i dati illustrati oggi al convegno
"Da 30 anni al servizio dei cittadini: il direttore generale
nelle aziende sanitarie pubbliche", organizzato al Ministero
della Salute dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e
Ospedaliere (Fiaso).
La legge 502 del 1992 ha modificato l'assetto del servizio
sanitario nazionale. Se prima esistevano 659 Usl, al 2020 le Asl
si sono ridotte a 118, sono state istituite 52 Aziende
ospedaliere, 21 Ircss, 18 enti intermedi. Contemporaneamente le
strutture sul territorio, come quelle residenziali e
semiresidenziali, ma anche ambulatori, laboratori, centri di
salute mentale, consultori, centri dialisi sono passate da
16.006 del 1997 a 25.292 del 2019.
La riforma introduceva anche la figura del direttore
generale dell'azienda sanitaria. L'età media è di oltre 58 anni
e il 22% dei ruoli di direzione generale è rivestito da donne.
Quest'ultime, in base a dati Fiaso 2022, hanno visto un
incremento del 3,8% rispetto all'anno precedente e un trend
positivo costante nell'arco degli ultimi anni, che ha consentito
di passare dal 14,4% del 2018 al dato attuale. Un vero e proprio
balzo se si considera che erano solo il 3% nel 2002.
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