Lo stanziamento di 1,4 miliardi di
euro per fronteggiare il caro bollette in ospedali e strutture
sanitarie è "un segnale di attenzione del governo nei confronti
delle richieste fatte ma non può che essere solo una parte del
finanziamento destinato alla sanità" perché "quei soldi
basteranno solo a coprire le bollette". Lo spiega il presidente
dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere
(Fiaso) Giovanni Migliore.
Il fondo aggiuntivo inserito nella manovra di bilancio,
spiega, "consentirà ad Asl e ospedali di sterilizzare i maggiori
costi determinati dall'aumento dell'energia: ogni anno le
aziende spendono per i consumi di gas e luce in media 1,4
miliardi, nei primi sei mesi del 2022 abbiamo già stimato un
incremento dei costi energetici pari al 70% con punte del 90%".
Bene quindi l'intervento in questa direzione ma "serve molto di
più. Le risorse complessive destinate alla sanità, i 2 miliardi
di euro in più stanziati per il 2023, a oggi non sono
sufficienti a colmare il definanziamento decennale del settore".
L'Italia, in termini di risorse, si è mantenuta stabilmente
al di sotto di molti altri Paesi europei. "I 2 miliardi in più -
prosegue Migliore - servono per la stragrande maggioranza a
pagare le bollette e i costi dell'inflazione e dunque a
mantenere la sanità agli stessi livelli degli anni precedenti,
ma non a fare passi in avanti. Occorre invece riportare il
Servizio Sanitario Nazionale al centro delle politiche pubbliche
del Paese".
Oltre alle risorse, aggiunge, "servono però interventi
legislativi che sblocchino il tetto di spesa previsto per il
personale fermo al 2004 e che ci consentano di assumere in
corsia medici, anche specializzandi, infermieri e operatori
sociosanitari". Su queste proposte, l'auspicio di Fiaso,
conclude Migliore, è quello "di confrontarci nelle prossime
settimane con il governo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA