ROMA - La combinazione di nuove tecnologie e nuove esigenze della popolazione deve portare a un 'cambio di paradigma' nel lavoro dei medici e delle aziende sanitarie. Lo ha affermato il rettore dell'Università Sapienza di Roma durante una sessione della Convention Fiaso in corso a Roma.
A disposizione dei medici, ha spiegato Gaudio, ci sono strumenti come i big data, l'intelligenza artificiale, la genomica che permette di definire le malattie sulla base delle caratteristiche molecolari, oltre alle nuove tecnologie che permettono un monitoraggio dei sintomi da parte dello stesso paziente. "È quindi giunta l'ora per i medici di cambiare paradigma, di adottare quella che potremmo chiamare 'network medicine', che mette insieme tutti i dati per avere le definizioni personalizzate di ogni singola malattia - ha spiegato l'esperto - è già presente in parte nella pratica attuale, ma il sistema deve tenerne conto, altrimenti avremo un sistema obsoleto tra dieci anni. La cura deve essere personalizzata e rispettosa dello stile di vita. La sanità diventerà più semplice, migliore e a misura di paziente”.
Le sfide per la medicina, ha sottolineato il sociologo Domenico De Masi, sono quelle che dovrà affrontare tutto il mondo lavorativo. Uno degli aspetti di cui tenere conto è quello demografico. "Si diventerà 8 miliardi nel 2030 - ha spiegato -, saranno otto milioni di bocche ma anche di cervelli più istruiti e interconnessi. Gli anziani saranno in teoria 910 milioni, ma per la definizione di anziano bisogna stare attenti. La maggior parte delle persone diventa 'vecchia' negli ultimi 2 anni della vita, quando si spende per farmaci una cifra analoga a tutta la vita precedente".
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Fiaso