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Papilloma virus, in 8 su 10 credono vaccino porti malattie

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Papilloma virus, in 8 su 10 credono vaccino porti malattie

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In collaborazione con Lilt

Ricercatrice università Cattolica, ‘momenti formativi necessari’

Milano, 04 marzo 2023, 10:06

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Papilloma virus, in 8 su 10 credono vaccino porti malattie - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papilloma virus, in 8 su 10 credono vaccino porti malattie - RIPRODUZIONE RISERVATA
Papilloma virus, in 8 su 10 credono vaccino porti malattie - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Lilt

Quasi 8 persone su 10 sono convinte che malattie come l’autismo, la sclerosi multipla e il diabete possano essere provocate dai vaccini, mentre il 72% crede che molte vaccinazioni vengano somministrate troppo spesso: a rivelarlo è una ricerca condotta per Lilt da parte di Serena Barello, ricercatrice al dipartimento di Psicologia e membro del comitato direttivo di ‘Engageminds Hub’ dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Cremona, sull’efficacia del coinvolgimento degli insegnanti, nell’ambito del progetto ‘50 sfumature di prevenzione’ promosso da Lilt in occasione della giornata contro l’HPV del 4 marzo. Emerge che il 31% delle insegnanti di sesso femminile interpellate ha dichiarato di non essersi sottoposta a un pap-test negli ultimi tre anni; il 61% di non essersi mai sottoposta a uno screening per l’HPV; il 94% di non essersi mai sottoposta alla vaccinazione contro l’HPV e solo una su tre si è detta disposta ad effettuarla in futuro.
“Bisogna lavorare sulla propensione ai vaccini e colmare il divario tra attitudini e comportamenti effettivi” sottolinea Serena Barello. “La ricerca evidenzia il bisogno dei cittadini di poter fruire di occasioni di formazione scientificamente fondate su queste tematiche”. Dopo il corso che ha coinvolto 260 specialisti, tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari, anche in formazione, operatori Lilt e referenti per la salute nelle scuole, tra ottobre e dicembre 2022, le conoscenze scientifiche legate al tema dell’HPV hanno avuto un incremento di oltre il 27%. Anche per quanto riguarda la comunicazione di informazioni sui temi legati ai vaccini, i partecipanti che si sentono preparati sono passati dal 13,6% al 49.3%. “Non solo cattive notizie ma anche good news - nota la ricercatrice - i ragazzi sono risultati il target più sensibile e prensile, così come gli insegnanti hanno dimostrato quanto la formazione possa essere efficace; dall’altra parte bisogna ricordare che il target più difficile e che ha più necessità di sostegno sono probabilmente i genitori, che sono i responsabili del vaccino dei propri figli”. E già si pensa alla terza edizione del progetto Lilt: si concentrerà proprio sul ruolo della famiglia nell’attivazione di buone pratiche di salute per i più giovani.

ANSAcom - In collaborazione con Lilt

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