"Papa Francesco non si rassegna.
Prende la vecchiaia e la sua malattia in modo straordinario:
sereno, tenace e anche scherzoso". Così al Corriere della Sera
monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia
per la vita. "Mette a frutto la sua lunga esperienza di vita non
sempre semplice - dice ancora - E ci mostra che l'età anziana
non è fatta per tirare i remi in barca, né per rinchiudersi in
sé stessi e nelle proprie malattie, che con gli anni arrivano a
tutti".
All'ultimo ricovero, gli viene detto, era scattato l'allarme
per sue dimissioni: "Lui quando è uscito ci ha riso su. E poi si
è rimesso a lavorare con una capacità straordinaria". Un pizzico
di incoscienza? "Assolutamente no. Conosce benissimo la sue
fragilità. Ma le affronta. La vita va vissuta, non subita". Il
Papa trova la forza "innanzitutto nella fede, che è una grande
compagnia nella vecchiaia. E poi nella medicina più preziosa: il
contatto con la gente. Soprattutto i più deboli e poveri. Sono
il suo vaccino".
"Papa Francesco - dice ancora - ha già dimostrato di saper
trasformare in opportunità la fragilità della malattia e quella
che per molti è l'età dello scarto diventando una risorsa per il
pianeta. Ci mostra che l'importante è avere una visione. Lui ce
l'ha. Papa Francesco ci sta indicando i nostri errori. A partire
da quello, in caso di malattia e di vecchiaia, di dire: 'Voglio
morire'".
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