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Anoressia e bulimia, i ragazzi peggiorano col web

Anoressia e bulimia, i ragazzi peggiorano col web

Roma, 24 febbraio 2014, 15:31

Redazione ANSA

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null - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il web incita all'anoressia ed alla bulimia. Ci sono precisi codici di scrittura fra coloro che inseguono il mito della magrezza, YouTube è il canale più usato e i ragazzi non rischiano meno delle ragazze. Lo spiegano, dalle pagine del Telegraph di oggi, gli esperti della 'B-eat beating eating disorders', network di aiuto online della Eating disorders association inglese e scozzese dedicato alle famiglie, in occasione della settimana di sensibilizzazione sui disturbi alimentari, cha ricorre da oggi al 2 marzo in Inghilterra. Qui i disturbi dell'alimentazione colpiscono 1.6 milioni di persone e negli ultimi 12 mesi i ricoveri ospedalieri per queste cause sno aumentati dell'8%.

Gli esperti invitano i genitori ad essere più vigili e spiegano che i siti a rischio sono quelli che promuovono i disturbi alimentari come stile di vita. Bocciati i blog sulla magrezza che riportano immagini di persone famose molto magre. Molti siti sono a cura di anoressici o bulimici che credono che l'anoressia sia una scelta di vita.

Esiste, inoltre, un linguaggio in codice molto usato nei blog che invitano al dimagrimento. Le abbreviazioni 'ana' come anoressia e 'mia' come bulimia sono le più usate, spesso accompagnate da una serie di indicazioni pratiche per calare di peso, dalle purghe al digiuno. Youtube è il canale più usato e pericoloso: ci sono centinaia di video che incoraggiano a mostrarsi sempre più sottili. Non fare l'errore di credere che i maschi siano fuori pericolo, non ci sono distinzioni di genere.

Monitorare il peso dei figli 'oltre' i vestiti: spesso chi ne soffre tende a nascondersi, vestendosi a strati. Infine, precisano gli esperti, non aspettare a chiedere aiuto agli psicologi e alle associazioni di aiuto. Commenta Andrea Vania, docente di pediatria alla Sapienza e consulente per la nutrizione della Società italiana di pediatria, SIP : "Il web può accentuare lo stato laddove già si è orientati verso questo tipo di problemi, ma può anche favorirne la presa di coscienza. I siti pro-ania e pro-mia vengono spesso denunciati in Italia e poi chiusi. La cosa primaria per tutelare i bambini e gli adolescenti resta il buon rapporto diretto nella famiglia, ma tenere un occhio vigile sul comportamento dei figli, su cosa cercano online e affrontare la questione per tempo sono fattori altrettanto importanti. Oltre che chiedere il supporto di psicologi senza perdere tempo prezioso".

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