L'intolleranza al glutine colpisce
una persona su 100, ma ancora oggi ci vogliono spesso molti anni
per avere la diagnosi. Tra i tanti campanelli d'allarme che
possono spingere a fare analisi specifiche, alcuni si nascondono
anche in bocca e possono essere individuati dal dentista. La
presenza di difetti dello smalto e la comparsa di afte
ricorrenti, infatti, spiegano gli esperti in occasione della
Settimana nazionale della Celiachia, possono essere segnali da
non sottovalutare.
"L'infiammazione sistemica provocata dall'intolleranza al
glutine - spiega Marco Silano, direttore dell'Unità Operativa
di Nutrizione dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) - può
interessare qualsiasi organo e con qualsiasi livello di gravità,
da forme asintomatiche a forme estremamente gravi, sia nel
bambino che nell'adulto. Non sempre provoca i tipici sintomi
gastrointestinali di malassorbimento. Spesso, infatti ,può
manifestarsi attraverso altri segnali, come un'infiammazione di
tipo autoimmune delle mucose, anche della bocca. Proprio questo
ampio corteo di sintomi rende la celiachia una condizione molto
difficile da diagnosticare. Abbiamo ottimi strumenti ma
difficoltà a individuare le persone da sottoporre a test
specifici. I dentisti possono avere un ruolo di 'sentinella' per
contribuire a capire chi può averne bisogno".
Un segnale che può mettere in guardia è, ad esempio, la
presenza di macchie di colore bianco sullo smalto dei denti che,
in alcuni casi, può presentare anche anomalie di consistenza e
resistenza. "Questo - spiega Marta Giraudi, esperta della
Società italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp) - è
dovuto al fatto che i processi infiammatori legati alla
celiachia vanno ad alterare le cellule deputate alla produzione
dei cristalli che compongono lo smalto. Tali difetti, a seconda
degli studi scientifici, sono presenti dal 10% al 90% dei
pazienti con celiachia e più di frequente nei pazienti
pediatrici, perché spesso la malattia insorge quando si formano
i denti permanenti". Un altro problema che spesso si presenta
nelle persone celiache sono le afte ricorrenti. "La prevalenza
di stomatite aftosa ricorrente varia, a seconda degli studi, dal
16% al 41% dei celiaci. Il meccanismo - prosegue Giraudi - non è
ben noto, ma potrebbe essere collegato a carenze associate alla
ridotta assunzione di nutrienti a livello intestinale, in
particolare deficit di ferro, folati e vitamina B12", così come
agli elevati livelli infiammatori sistemici. Sembrerebbe,
infine, esserci una correlazione, anche se non forte, tra
celiachia e parodontite, ovvero infiammazione cronica delle
gengive, del legamento e dell'osso sottostante.
"Un paziente non diagnosticato per celiachia, ma che lamenta
stomatite ricorrente o presenta danni allo smalto non collegati
ad altri problemi di salute, - conclude Giuseppe di Fabio,
presidente Associazione italiana Celiachia - potrebbe essere
indirizzato dall'odontoiatra a indagare questi aspetti,
suggerendo al proprio medico di approfondire con esami
specifici. Essenziale, quindi, formare e aggiornare sulla
celiachia anche specialità mediche apparentemente lontane dalla
celiachia che tanto potrebbero contribuire all'emersione delle
diagnosi".
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