Una bocca non sana può togliere il sorriso, creare difficoltà a masticare e avere un impatto negativo sulla qualità di vita. Di contro, iniziare a curare le gengive ha effetti positivi quasi immediati. La parodontite, o infiammazione grave e cronica delle gengive, aumenta il rischio di andare incontro ad alcune malattie come quelle cardiovascolari, metaboliche o reumatiche, ma ha anche una serie di conseguenze legate all'estetica e alla difficoltà di nutrizione e, come evidenziano studi su pazienti che ne soffrono, ha un impatto complessivamente negativo sulla qualità di vita.
La salute, secondo una definizione dell'Organizzazione mondiale della Sanità, non è solo assenza di malattia ma è intesa come benessere fisico, mentale e anche sociale. "Negli ultimi anni - spiega Antonella Labriola, esperta della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) e professore a contratto all'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - oltre agli studi sugli effetti della parodontite sull'organismo, sono aumentati gli studi sulla percezione psicologica del problema".
Uno studio condotto nell'Università di Ulsan, in Corea, pubblicato nel 2022 sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, condotta su pazienti con parodontite grave, suggerisce dati interessanti. "I ricercatori - spiega - hanno somministrato questionari ai pazienti: ne è emerso l'abbassamento della qualità di vita, il disagio di dover rinunciare a mangiar alcuni cibi più difficili da masticare, la vergogna di mostrare un sorriso senza denti di fronte agli altri.
E, ancora, alitosi, dente dondolante, sanguinamento durante la masticazione. Con effetti sulla qualità del sonno, anche per la presenza di dolore, che compare nelle fasi avanzate della malattia insieme agli ascessi". Dalla ricerca, emerge anche la mancanza di informazioni ricevute da parte del dentista prima che il problema comparisse in forma grave e il fatto che l'informazione ricevuta fosse stata concentrata su estrazioni e impianti dentali, non sulla prevenzione".
Per questo, mostravano anche il desiderio di diffondere la conoscenza della malattia parodontale nella popolazione. Un'ultima parte della ricerca evidenzia però anche la soddisfazione degli effetti del trattamento della cosiddetta 'piorrea'. "Il fatto di esser stati informati - prosegue Labriola - rendeva i pazienti più sereni e ottimisti di poter mantenere più a lungo i denti". Iniziare a curare la parodontite ha infatti benefici quasi immediati. Una revisione di studi condotti in precedenza in materia, pubblicata sulla rivista Periodontology 2000, evidenzia come iniziare un trattamento della parodontite impatta subito positivamente sulla qualità di vita.
"La prima fase di terapia, che serve e controllare l'infezione attraverso la rimozione meccanica della placca, che ne è la causa, è quella che ha più impatto sulla percezione del paziente e sulla sua qualità di vita. Già nell'arco di un paio di settimane - conclude l'esperta - le gengive si sgonfiano, sono meno rosse, smettono di sanguinare, scompaiono gli ascessi e i denti appaiono più saldi". L'invito è quindi "a non trascurare i primi sintomi, affidarsi a specialisti e non rimandare a dopo le vacanze estive quello che andrebbe iniziato subito".
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