Intercettare la malattia gengivale
agli inizi è un dovere del dentista, che si basa anche su
principi etici. Così come scegliere tra varie possibili terapie,
a parità di efficacia, il trattamento più appropriato e meno
invasivo. Sono alcuni dei principi declinati dal Manifesto per
l'Etica in parodontologia, elaborato dalla Società italiana di
parodontologia e implantologia (SidP). Sempre più spesso,
infatti, i cittadini restano disorientati dalla miriade di
proposte pubblicitarie che, soprattutto sui social e online,
propongono cure per denti e gengive a prezzi stracciati,
puntando più al business che all'informazione basata su prove di
efficacia e sull'evidenza scientifica.
Nel settore odontoiatrico, spiega il presidente della Sidp
Nicola Marco Sforza, "la pubblicità e la competizione portano
spesso al disorientamento dei pazienti tra proposte ammiccanti
di strutture che puntano sulla compravendita di prestazioni,
invece che sullo sviluppo di un piano di trattamento e sulla
prevenzione. Per questo, abbiamo voluto ricordare ai nostri
associati, raccogliendogli in un Manifesto, i comportamenti
etici, basati sull'evidenza scientifica e l'esperienza clinica,
che il parodontologo dovrebbe seguire nella sua attività
clinica".
Le sue scelte, precisa, devono innanzitutto basarsi su
prove di efficacia e andare incontro alle esigenze del paziente,
ovvero, "non assecondarlo in modo aprioristico ma lavorare
cercando di capire le sue necessità e prevedendo il piano di
cura a lui più appropriato: ad esempio non tutti hanno la stessa
necessità funzionale ed estetica di reimpiantare un dente
posteriore mancante". Questo significa anche "scegliere
l'approccio meno invasivo per il paziente, rispettare
l'estetica, fare una valutazione di costi benefici anche in
termini economici preferendo, tra varie opzioni cliniche, quelle
con minor esborso".
Altro dovere etico, scritto nero su bianco, è la necessità
di diagnosi precoce delle malattie parodontali, fattore chiave
per la salvaguardia della salute della bocca e di tutto
l'organismo. "Il 50% della popolazione dai 30 anni in su
-precisa il presidente SIdP - ha una qualche forma di
parodontite, il 15% ha una forma grave con rischio concreto di
perdita di uno o più denti, ma solo il 13% di italiani adulti
intervistati per un'indagine KeyStone afferma di aver ricevuto
una diagnosi di parodontite. Ciò vuol dire che a tutt'oggi la
diagnosi precoce da parte di tutti i dentisti e su tutti i
pazienti, obiettivo primario per avviare una terapia altrettanto
precoce, semplice e poco costosa, rimane un obiettivo spesso non
raggiunto.
Tra i punti del Manifesto c'è la comunicazione efficace
sull'importanza della prevenzione. "La gengivite - precisa
Sforza - è una malattia che si può manifestare in soli 3 giorni
di mancata igiene domiciliare, anche se è possibile guarire
completamente e senza danni in una settimana dopo la ripresa di
un'adeguata igiene orale domiciliare da parte del paziente. Al
contrario, se trascurata o mal curata, tende a stabilizzarsi e
può trasformarsi in parodontite. Non tutte le gengiviti
diventano parodontiti ma tutte le parodontiti sono nate da una
gengivite. E' fondamentale per il dentista e l'igienista -
conclude Sforza - prendersi il giusto tempo per spiegarlo in
modo adeguato al paziente e ottenere piena collaborazione ".
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