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Il sorriso gengivale: come trattarlo?

Il sorriso gengivale: come trattarlo?

Dott. Marco Clementini, membro della Commissione dedicata SIdP

24 marzo 2023, 12:47

Redazione ANSA

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Dott. Marco Clementini, membro della Commissione dedicata SIdP - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dott. Marco Clementini, membro della Commissione dedicata SIdP - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dott. Marco Clementini, membro della Commissione dedicata SIdP - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sorriso gengivale o “gummy smile” è una condizione clinica in cui si rileva un’esposizione gengivale eccessiva quando si sorride. Di solito non rappresenta una patologia, ma può portare disagi al paziente perché impatta in negativo sulla percezione della propria persona e sulla propria autostima.

Esistendo diverse cause del sorriso gengivale, la scelta del trattamento più adeguato dipende da una diagnosi precisa derivante dallo studio del caso clinico:

  • Ipersviluppo in altezza dell’ osso mascellare, che accoglie i denti dell’arcata superiore: in questo caso il margine gengivale dei denti risulta più basso e durante il sorriso si espone molta gengiva. Questa condizione è spesso associata ad una malocclusione dentaria (ovvero ad un rapporto alterato nella chiusura dei denti superiori con i denti inferiori), ed il trattamento è quindi di pertinenza ortodontica ed in caso chirurgica maxillo-facciale, al fine di ricreare il corretto rapporto tra mascella e mandibola.
  • Anomalie del labbro superiore, in cui il labbro risulta “corto” e non copre naturalmente la gengiva oppure può risultare “ipermobile”, ovvero estremamente elevato durante il sorriso, così da esporre molto la gengiva. In questi casi il trattamento è di competenza dell’odontoiatra o del medico perfezionato in medicina estetica. Si potrà procedere con infiltrazioni nel labbro superiore per aumentarne il volume o ridurne la ipermobilità, affinché questo possa coprire la parte della gengiva visibile durante il sorriso.
  • Gengivite, ovvero una infiammazione delle gengive che risultano rosse, tendenti al sanguinamento e più gonfie. Queste, pur essendo staccate dal dente, tendono a coprire maggiormente la corona del dente (facendolo sembrare più “piccolo”). Questa patologia può essere trattata dall’igienista dentale oltre che dall’odontoiatra, e richiede soprattutto una modifica da parte del paziente delle proprie manovre di igiene domiciliare, al fine di rimuovere efficacemente la placca batterica, causa della infiammazione.
  • Eruzione passiva alterata, ovvero la presenza di una gengiva non infiammata ma comunque in eccesso e che, a differenza di quanto accade in caso di gengivite, rimane attaccata al dente. Il trattamento in questo caso prevede un rimodellamento della gengiva (e spesso del tessuto osseo sottostante) da parte dell’odontoiatra perfezionato in parodontologia, al fine di esporre la corretta superficie della corona dentaria e ridurre cosi il sorriso gengivale.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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