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Alfie: Garavaglia, in Italia decidono i genitori

Alfie: Garavaglia, in Italia decidono i genitori

'Adesso è cittadino italiano, legge sul biotestamento è chiara'

24 aprile 2018, 10:37

di Livia Parisi

ANSACheck

Maria Pia Garavaglia in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Maria Pia Garavaglia in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Maria Pia Garavaglia in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"I genitori di Alfie ora sono liberi di decidere per lui. Perché adesso è un cittadino italiano e in Italia, per quanto riguarda i minori, le scelte sulla prosecuzione o meno delle terapie le prende chi ha la potestà genitoriale". A ricordare come il caso di Alfie Evans - il bimbo per il quale la Corte Suprema inglese ha deciso il distacco dal respiratore - possa veder applicata la legge sul biotestamento, è Maria Pia Garavaglia, vice presidente del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB).

In Italia, con la recente introduzione del biotestamento, spiega all'ANSA, "abbiamo una legge esplicita sul fine vita" ed "è evidente che, con l'acquisizione della cittadinanza italiana, si applicherà quella". Questo caso "ha reso evidente che in Gran Bretagna manca una legge come la nostra, che serve proprio ad evitare discrezionalità nella gestione di situazioni come questa", prosegue Garavaglia, già ministro della Sanità. D'altronde la scelta dei ministri degli Esteri e dell'Interno, Angelino Alfano e Marco Minniti, di concedere la cittadinanza al piccolo affetto da una grave e sconosciuta malattia "è coerente con il comportamento sempre tenuto dal nostro Paese".

In questo caso infatti "abbiamo a che fare con un soggetto vulnerabile a cui il nostro Governo ha deciso, nel pieno delle sue possibilità, di voler offrire accoglienza per motivi umanitari, come facciamo tutti i giorni sia per bambini che vengono da zone di guerra che da altri Stati in cui non sono garantite cure adeguate". Non si tratta, insomma, di valutare se siamo o meno di fronte a una scelta di accanimento terapeutico. "Quello che conta è che adesso il bimbo è in un percorso che la nostra legge definisce con chiarezza. Mentre in Inghilterra, come è stato per Charlie, poteva esserci la lotta tra tribunale e genitori, se riuscirà ad esser trasferito in Italia i medici forniranno un preciso consenso informato sulle sue condizioni, sulla base del quale i genitori decideranno". Sul caso, sottolinea infine, si è accanita sin troppa enfasi mediatica. "In Italia abbiamo tantissimi casi estremi di persone che soffrono ma sembriamo commuoverci solo per quelli che diventano famosi".

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