È necessaria più attenzione anche
allo stato nutrizionale dei pazienti oncologici, che influisce
su degenza, complicanze, mortalità post-operatoria e inizio
delle terapie anticancro. Ad affermarlo è il presidente della
Findazione Aiom (Associazione italiana oncologia medica )
Fabrizio Nicolis.
"Un ampio bacino di pazienti e il superamento delle soglie
minime per i volumi di interventi chirurgici - sottolinea
Nicolis in occasine della presnetazione della piattaforma 'Dove
mi curo?' - non rende infatti automaticamente un ospedale
virtuoso in termini di completezza e qualità assistenziali". Per
garantire standard elevati, rileva, "servono centri dotati di un
team multidisciplinare composto da figure esperte. Solo così può
nascere una medicina di eccellenza dai grandi volumi, che però
ritorni alla dimensione dell'individuo, capace di formulare un
piano di assistenza personalizzato, che dia spazio anche agli
stili di vita che devono essere assunti almeno 'prima' di ogni
intervento chirurgico oncologico programmato". Uno dei tanti
problemi da affrontare riguarda, ad esempio, lo stato
nutrizionale dei pazienti: "Il successo della chirurgia
oncologica non è esclusivamente correlato alla qualità ed
efficacia del gesto chirurgico, ma anche alla capacità
dell'organismo di reagire a questo trauma con un supporto
nutrizionale adeguato. La malnutrizione del paziente sottoposto
a chirurgia oncologica provoca un prolungamento della permanenza
in ospedale dopo l'intervento, un aumento delle complicanze
postoperatorie e della mortalità postoperatoria e, spesso, un
ritardo nell'inizio di ulteriori terapie. Per questo, la
valutazione preoperatoria dello stato nutrizionale e il supporto
dietologico in preparazione, durante e dopo il ricovero -
conclude Nicolis - sono alcuni dei fattori che determinano
l'esito positivo delle cure".
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