"No ad interpretazioni fuorvianti del report dell'Organizzazione mondiale della sanità. Le sigarette elettroniche sono prodotti a rischio ridotto". Lo afferma in una nota Umberto Roccatti, presidente di Anafe, l'Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria, in merito al Rapporto sul fumo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) 'Report on the global tobacco epidemic 2019'.
Infatti, rileva Roccatti, "cosa significa sostenere che questi prodotti producono meno emissioni rispetto alle sigarette tradizionali se non confermare che le sigarette elettroniche sono prodotti a rischio ridotto? E cosa sostiene chi promuove il principio del rischio ridotto se non che la sigaretta elettronica non è esente, appunto, da rischi e che, per tale motivo, ha bisogno di una regolamentazione chiara, come già avviene in Europa, e soprattutto non deve essere veicolata presso i giovani? Questo è quello che da sempre sosteniamo e siamo felici che l'Oms lo abbia messo nero su bianco".
"Paradossalmente - sottolinea Roccatti - nonostante i titoli e il tono assunto dal dibattito, non possiamo che accogliere con favore quanto espresso dall'Oms in merito alla sigaretta elettronica. Tuttavia, quel che ci preme maggiormente sottolineare è che, ancora una volta, al di là del clamore mediatico scatenato, ad essere lasciato da parte è proprio il fumatore, con i suoi bisogni e la necessità di abbracciare, finalmente, una proposta concreta e ricevibile". Dunque, "scegliamo chi dice no a tutto o chi, invece, confermando la minore tossicità della sigaretta elettronica sceglie il principio del rischio ridotto, anzitutto in un'ottica di sostituzione e non di cessazione del fumo tradizionale? Questa è, ad esempio - conclude - la strada scelta dalle autorità sanitarie della Gran Bretagna".
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