Oltre duemilacento vittime finora in Italia per il Covid-19 (per la precisione 2.158), ma il trend di contagi è stabile, se non in calo. Le ultime cifre sui malati nel Paese accendono una prima fievole speranza: la curva dei nuovi infetti, ora al +11,9%, non cresce più al ritmo che si temeva. Sono complessivamente 23.073 le persone positive, con un incremento rispetto al giorno precedente di 2.470, quando l'aumento invece era stato di 2.853. Un dato che però non comprende i numeri di Puglia e provincia autonoma di Trento. Anche in Lombardia, la regione più colpita, la spinta percentuale non è in aumento. E sui dati generali, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, sottolinea: "ci sono 414 nuovi guariti, più di ieri". Ma aumentano i malati in terapia intensiva: 179 in più, per un totale di 1.851 in tutta Italia e un aumento in Lombardia (complessivamente 823). A guardare i dati con "fiduciosa attenzione" è anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli: "Una decrescita degli aumenti... E' un bell'ossimoro. E' un segnale di quanto potrebbero darci tutte le misure finora intraprese. Va consolidato nel giro dei prossimi 1-2 giorni.
Uno spiraglio arriva anche sul fronte dell'approvvigionamento di mascherine, a più alta protezione, utilizzate in particolar modo nelle terapie intensive, dopo l'allarme sul rischio di esaurimento scorte in Lombardia lanciato dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri. "A breve si avvierà la produzione nazionale di mascherine, che è prevista anche nel decreto 'Cura Italia'. Ricevo richieste di tantissime aziende che si propongono di produrle", spiega Borrelli. L'iter per la fabbricazione, secondo quanto prevede il nuovo provvedimento varato in queste ore, è stato velocizzato ed ora per la realizzazione di mascherine di tipo 'chirurgico' sarà necessaria la sola autorizzazione dell'Istituto Superiore di Sanità, in deroga alle norme vigenti. Inoltre sarà possibile produrre - spiega il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia - "mascherine non sanitarie, ma filtranti, pensate per tutti i cittadini e lavoratori, per l'uso quotidiano", che possono essere "acquistate direttamente dalle Regioni o dal commissario Arcuri. Ciò calmiererà i costi e consentirà a tutti di avere un dispositivo che non togliamo agli operatori sanitari". A dare il proprio contributo saranno anche le lavorazioni sartoriali presenti in alcuni istituti penitenziari dove vengono impiegati i detenuti, che potrebbero essere immediatamente riconvertite per iniziare a produrre le mascherine di tipo chirurgico.
L'appello video degli infermieri, stremati e in prima linea nonostante i rischi, in questa dura emergenza del coronavirus.
IL TESTO DELL'APPELLO DEGLI INFERMIERI
"Non c’è più tempo. Non abbiamo più posti letto dove ricoverare le persone - dice una voce fuori campo nel video appello degli infermieri -, siamo costretti a riutilizzare i dispositivi di protezione individuale, perché scarseggiano, e in molte realtà quelli disponibili non sono idonei. Siamo in pericolo costante, sappiamo di rischiare ogni giorno il contagio oltre a vivere la paura costante di portare il virus nelle nostre case. Non c’è più neanche il tempo per piangere, se non al termine dei lunghi turni massacranti. Vediamo una morte che non ha la dignità di essere celebrata. Persone lontane dai loro affetti. Siamo provati, siamo pochi, in ospedale e sul territorio. Andiamo nelle case delle persone come soldati al fronte, senza protezioni, in un territorio che non riesce ad accogliere le enormi richieste di cura. Siamo soli. Se non freniamo questa valanga pagheremo il più grande tributo: il fallimento dell’intero sistema e di ogni cosa per la quale ha senso vivere. Abbiamo bisogno di ospedali, di personale. Subito. Ora. Non domani. Abbiamo bisogno di professionisti qualificati, non riciclati, non gettati al fronte come pedine. Abbiamo bisogno anche di voi cari cittadini. Chiudetevi in casa. Ogni uscita apre la porta al virus. Non possiamo più permettercelo. Non c’è più tempo". Federazione italiana Ordini professioni infermieristiche
Sono arrivate a 1.809 le vittime del coronavirus in Italia. In un solo giorno c'è stato un aumento di 368 morti. Sabato l'aumento era stato di 175. Sono 2.335 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il virus, 369 in più di ieri. Superati i 20 mila malati. La situazione resta complicata in Lombardia: solo ieri vi sono stati 252 nuovi decessi per coronavirus, una cifra mai raggiunta finora in regione in una singola giornata. Il Papa a piedi è andato andare a pregare in due chiese di Roma.
IL MODULO PER L'AUTOCERTIFICAZIONE