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Scendono malati, prima volta calo persone in quarantena

Scendono malati, prima volta calo persone in quarantena

Ancora 415 morti. Migliora Milano. 192mila aziende in deroga

ROMA, 25 aprile 2020, 21:19

Redazione ANSA

ANSACheck

Coronavirus: situazione al 25 aprile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Coronavirus: situazione al 25 aprile - RIPRODUZIONE RISERVATA
Coronavirus: situazione al 25 aprile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ancora troppi morti, altri 415 in un solo giorno con la Lombardia e il Piemonte che hanno più della metà di tutte le vittime registrare in Italia. Ma per la prima volta dall'inizio dell'emergenza diminuiscono le persone che sono in quarantena: ce ne sono complessivamente 82.212, 74 in meno rispetto a venerdì. Il bollettino del 25 aprile consolida il contenimento del contagio, che ormai da una decina di giorni segue un trend in discesa, ma conferma anche quello che gli scienziati ripetono da tempo: ci vuole tempo per uscire dall'emergenza e l'ultimo indicatore a calare sarà proprio quello relativo alle vittime.


Ed è questo il motivo per il quale anche il Commissario straordinario Domenico Arcuri si accoda alla lunga lista di coloro che predicano prudenza in vista della Fase 2. "Non abbiamo ancora vinto - dice - oggi è la festa della Liberazione ma, che tutti lo capiscano, non ci siamo ancora liberati dal virus. Non siamo ancora al 25 aprile nella guerra contro questo nemico. Non abbiamo riconquistato tutte le nostre libertà". Se si esclude il dato relativo alle vittime, però, i numeri dicono che la battaglia sta andando nella giusta direzione. Altri 850 malati in meno, con il totale sceso a 105.847; altri 71 pazienti in meno nelle terapie intensive, che portano il numero complessivo a 2.102, un numero che non si registrava dal 17 marzo; 535 malati che non sono più ricoverati negli altri reparti degli ospedali e che fanno scendere il totale a 21.533; i guariti che ormai da una settimana sono costantemente sopra i duemila al giorno (oggi 2.622) e che sono complessivamente 63.120. 

Migliorano i dati di Milano, una delle città ancora molto colpite dall'emergenza coronavirus: i nuovi positivi nell'area metropolitana oggi sono 219, per un totale di 17.909, di cui 80 nuovi casi a Milano città. Ieri c'erano stati 412 nuovi positivi di cui 246 a Milano città. Sono i dati resi noti da Regione Lombardia.
Era da quasi 50 giorni che non si registrava un numero così basso di nuovi contagiati in Lombardia e il dato di soli 713 nuovi casi positivi è ancora più incoraggiante perché ottenuto con 12.642 tamponi. Il 6 marzo erano stati 361 i nuovi positivi mentre il giorno dopo erano saliti a 808 per poi passare rapidamente sopra i mille e poi i duemila positivi al giorno.
In Lombardia le persone contagiate dal coronavirus sono 71.968 con un aumento di 713 casi con 12.642 tamponi, in miglioramento rispetto a ieri quando i nuovi casi positivi erano stati 1.091. I morti sono 13.269, con 163 nuovi decessi, mentre ieri erano stati 166. Continua il calo dei posti letto occupati sia nelle terapie intensive (724, -32) sia negli altri reparti (8489, -302). Sono i dati resi noti da Regione Lombardia che oggi non ha tenuto la consueta diretta facebook.

Il 4 maggio partiranno i test sierologici a livello nazionale su un campione di 150mila persone.
Lo ha detto il commissario straordinario Domenico Arcuri sottolineando che l'azienda vincitrice del bando offrirà gratuitamente i test. "Questa mattina abbiamo concluso la gara, 4 giorni prima del tempo e solo 9 giorni dopo la richiesta del governo", ha aggiunto sottolineando che sono state 72 le aziende che hanno partecipato e quella che è stata scelta offre la "migliore soluzione oggi esistente sul mercato". 

ABBOTT VINCE IL BANDO, DAL 4 MAGGIO VIA AI TEST SIEROLOGICI

"Non abbiamo ancora vinto - ha aggiunto Arcuri -, oggi è la festa della liberazione ma, che tutti lo capiscano, non ci siamo ancora liberati dal virus, noi non siamo ancora arrivati al 25 aprile nella guerra con questo nemico. Non abbiamo conquistato tutte nostre libertà e componenti normali della vita tutti noi".

"Nelle prossime ore, fisseremo il prezzo massimo al quale le mascherine potranno essere vendute. Lo faremo sia con riferimento al prezzo, sia con riferimento al prezzo che con aliquota fiscale connessa è allo stesso. Ne distribuiamo un numero sufficiente per le regioni affinché ne mettano da parte una quota. Stiamo anche lavorando per ridurre fino ad azzerare le importazioni".

"Sulla app per il contact tracing abbiamo conseguito tre risultati - ha spiegato Arcuri -: l'infrastruttura su cui i dati italiani risiederanno sarà pubblica ed italiana, la app rispetterà tutte le norme sulla privacy nazionali ed Ue. Per step successivi arriverà ad essere strumento costruito intorno al diario sanitario di la userà, sarà non solo alert ma anche per le politiche sanitarie da remoto. I contagiati e i loro contatti stretti potranno colloquiare col sistema nazionale da remoto. Confido che molti italiani la useranno".  

"Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la fase 2", ha detto ancora il Commissario straordinario Domenico Arcuri sottolineando che al momento sono stati distribuiti 138 milioni di mascherine e che le Regioni hanno ad oggi 47 milioni di mascherine nei magazzini. Arcuri ha poi annunciato che è stato siglato un accordo con 2 imprese italiane per realizzare 51 macchinari che produrranno tra 400 e 800mila mascherine al giorno. Macchine che lo Stato acquisterà. "Arriveremo presto a produrre almeno 25 milioni di mascherine al giorno". Il Commissario ha ricordato che la distribuzione riguarda i dispositivi per determinate categorie - sanità, parasanità, servizi pubblici essenziali, forze di polizia e forze armate - e che queste categorie "ne hanno più di quelli che servono". Il sistema di approvvigionamento "sta funzionando" e vengono distribuite alle Regioni più mascherine "di quelle che servono". Un fabbisogno che per il momento è stato soddisfatto con le importazioni. Ma un "grande paese - ha aggiunto Arcuri - non può dipendere per sempre dalle importazioni" perché "la salute non può dipendere dall'orario di atterraggio dei cargo e dal contenuto che è nelle loro stive, non può dipendere dalle guerre commerciali e da speculatori senza scrupoli". Ecco perché l'Italia deve fare da sola. Al momento, ha detto ancora, ci sono 106 imprese che stanno riconvertendo gli impianti, cinque delle quali hanno già sottoscritto un contratto con lo Stato. Inoltre, ieri è stato siglato un accordo "con due grandi imprese italiane che stanno producendo 51 macchine utensili che serviranno a produrre mascherine nel nostro Paese. Queste 51 macchine - ha spiegato - produrranno da 400mila a 800mila mascherine al giorno. Noi compreremo queste macchine e utilizzeremo luoghi pubblici per produrre le mascherine". E c'è poi un'altra azienda italiana che "ci ha dato disponibilità ad accogliere una parte" delle macchine "e mettere quote dei suoi operai a produrre".

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