"Se fossimo partiti con quella
maggiore autonomia che chiediamo da tempo si sarebbero potuti
sicuramente evitare degli errori e avremmo avuto una squadra più
forte e compatta. Io dall'inizio del mandato chiedevo al governo
di poter assumere medici e infermieri, ma una legge nazionale me
lo impediva. Se lo avessimo potuto fare avremmo potuto dare una
risposta migliore". Così il presidente della Regione Lombardia
Attilio Fontana, intervenendo a un appuntamento del Meeting di
Rimini su sanità e Covid. "Siamo riusciti più che a raddoppiare
le sale di rianimazione di cui disponevamo a inizio pandemia -
ha proseguito comunque Fontana - e siamo riusciti a dare
risposta a tutti quei malati che avevano bisogno di più
respiratori e ossigeno per vivere. Ci sono stati dei momenti di
tensione con il governo, ma di merito, non ideologici. Non
eravamo soddisfatti delle risposte che non arrivavano, dpi che
non venivano forniti, di affrontare i problemi in solitudine.
Noi partivamo da condizioni di gran lunga peggiori del resto del
Paese - ha detto ancora Fontana - Quello che è successo in
Lombardia è paragonabile solo ad aree urbane come New York,
Bruxelles, Madrid, con una aggressività e una violenza del virus
difficilmente altrove riscontrabile. Di fronte a questa
situazione di partenza siamo rientrati nell'alveo dei numeri del
nostro Paese". Riguardo alle priorità che ora attendono il
sistema sanitario regionale lombardo, Fontana ha citato lo
"smaltimento degli arretrati delle prestazioni ordinarie", la
predisposizione di "una rete anche strutturale che consenta di
essere pronti e preparati a ogni evenienza. Dovremo investire
nelle assunzioni - ha aggiunto - e su una rete territoriale con
maggiore collegamento tra territorio e rete ospedaliera,
miglioramento tecnologico". Per il governatore però è necessario
semplificare la burocrazia: "Tra la decisione di realizzare un
ospedale e la posa della prima pietra, sempre che non ci siano
ricorsi, passano 4 anni".
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