Quasi 9 infermieri su 10 (l'89%) sono
stati vittime di violenza durante la loro vita professionale. In
totale, si tratta di circa 239 mila persone, di cui 180 mila
donne. A dirlo è uno studio dell'Università di Roma Tor Vergata.
Per oltre 130mila infermieri (il 58%) si è trattato di
un'aggressione fisica. Secondo alcuni dati Inail, di tutte le
aggressioni al personale sanitario, il 46% sono a infermieri e
il 6% a medici, con le aggressioni a infermieri che si attestano
a circa 5.000 in un anno, in media tra le 13 e le 14 al giorno.
Dal primo dicembre, grazie al co-finanziamento della Fnopi,
la Federazione nazionale dell'ordine degli infermieri, è partito
lo studio nazionale multicentrico sugli episodi di violenza
rivolti agli infermieri italiani sul posto di lavoro.
L'obiettivo principale del lavoro è descrivere le
caratteristiche degli episodi violenza vissuti dagli infermieri
sul posto di lavoro (sia negli ospedali italiani sia sul
territorio) e identificarne i fattori predittivi.
Per Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi, "la prevenzione
degli episodi di violenza a danno degli operatori sanitari
richiede che l'organizzazione identifichi i fattori di rischio
per la sicurezza del personale e ponga in essere le strategie
organizzative, strutturali e tecnologiche più opportune".
Inoltre, la presidente degli infermieri italiani chiede che si
"diffonda una politica di 'tolleranza zero' verso atti di
violenza nei servizi sanitari" che si "incoraggi il personale a
segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure
per ridurre o eliminare i rischi" e che si "faciliti il
coordinamento con le Forze dell'ordine" per "identificare le
strategie" per "eliminare od attenuare la violenza nei servizi
sanitari".
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