"Il Cpr di Gradisca d'Isonzo
mostra i limiti di tutti i Cpr: quello di essere un tempo vuoto
in cui si attende a lungo un rimpatrio che a volte avviene e a
volte no, e ciò può anche determinare frustrazione e violenza".
Lo ha detto oggi il presidente del Garante Nazionale dei diritti
delle persone private della libertà, Mauro Palma, al termine
della visita al Cpr di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), che al
momento ospita 88 persone di diversa provenienza, alcune stabili
e alcune di passaggio in attesa di trasferimento al vicino
aeroporto di Ronchi dei Legionari.
"Un tempo vuoto che speriamo venga ridotto grazie alle
modifiche introdotte al Decreto Sicurezza già approvato dalla
Camera dei deputati e ora all'esame del Senato", ha aggiunto
Palma, alla guida di una delegazione in visita a diverse
strutture nella regione Friuli Venezia Giulia, tra carceri, Cpr
e residenze sanitarie assistenziali, divenute in tempo di Covid
a tutti gli effetti strutture dalle quali le persone non si
possono liberamente allontanare.
"Va dato atto che la gestione del Cpr di Gradisca è più
accurata rispetto a quella di altri centri analoghi in Italia",
ha poi aggiunto Palma. "Dal punto di vista dell'emergenza Covid
- ha proseguito il presidente del Garante - da un lato anche il
Cpr di Gradisca soffre di una carenza di spazi che sarebbero
necessari per contenere i contagi, dall'altro la situazione non
appare al momento preoccupante, perché solo il 10% dei positivi
presenta sintomi. Certo - ha concluso - la situazione
epidemiologica deve essere costantemente monitorata dal
personale medico per evitare peggioramenti".
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