Considerando uno stesso numero di
giorni, ovvero 109, la seconda ondata di contagi da Covid-19 ha
interessato un numero di italiani 8 volte superiore rispetto
alla prima. Nella prima ondata, dal 24 febbraio all'11 giugno,
si sono infettate 236.134 persone: nella seconda ondata, dal 14
settembre al 31 dicembre, il numero di contagiati è stato pari a
1.822.841. È quanto emerso dal Focus dell'Instant Report
Covid-19, una iniziativa dell'Alta Scuola di Economia e
Management dei Sistemi sanitari dell'Università Cattolica di
confronto sistematico della diffusione del Sars-COV-2.
"La pandemia è una - afferma Americo Cicchetti, direttore di
Altems e coordinatore del gruppo di studio -ma sembrano quasi
due eventi diversi. Se la prima ondata ha visto raggiungere il
suo picco in poche settimane, la seconda è invece caratterizzata
da un'onda lunga, che ha raggiunto più lentamente il plateau". I
dati mostrano delle differenze nelle modalità di gestione dei
pazienti, "anche se la percentuale di coloro che hanno dovuto
sperimentare una terapia intensiva è simile tra prima e seconda
ondata: il 10,6% e il 9,3% rispettivamente".
Il picco giornaliero di contagi nella prima ondata è stato di
6.557 persone e si è raggiunto il 21 marzo, a 27 giorni
dall'inizio; nella seconda ondata il picco giornaliero è stato
di 40.902 casi e si è raggiunto il 13 novembre, al 61/mo giorno.
Per quanto riguarda il tasso di positività, ovvero il
rapporto tra nuovi casi e tamponi effettuati, nella prima ondata
ha toccato il massimo il 15/mo giorno, quando è stato pari al
46% mentre nella seconda ondata il massimo valore si è raggiunto
dopo 61 giorni ed è stato pari al 17,9%.
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