"Un colpo di coda del virus non ce lo toglie nessuno. D'altronde c'è probabilità di infettarsi perché una quota di popolazione è ancora sensibile al contagio. Poi, con l'arrivo della stagione fredda andiamo incontro a sbalzi termici e si sta più al chiuso, mentre nel frattempo sta riprendendo la vita normale e le scuole sono aperte: è chiaro che tutto questo forza la possibilità di incremento dei casi".
Così, ad Agorà, su Rai Tre, il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'IRCCS Istituto Galeazzi Milano e professore associato all'Università degli Studi di Milano, in merito all'eventualità di una quarta ondata.
Un aumento di casi che vediamo già in varie nazioni, "ognuna delle quali sta cercando di trovare soluzioni diverse. L'Italia sta tenendo più che bene, anche se con un sistema", basato sul green pass, "che può infastidire qualcuno". Ma rispetto a un paese come l'Inghilterra, "siamo stati come un diesel: abbiamo iniziato più lentamente ma ottenuto un risultato migliore" Rispetto allo zoccolo duro che non vuole vaccinarsi e al calo di prime dosi, l'esperto precisa: "è una parte difficile da erodere perché la vaccinazione non può contare sull'urgenza della malattia che ci porta a ingurgitare qualsiasi farmaco senza leggere i bugiardini". Questo, conclude, "mi lascia sconsolato rispetto al lavoro che faccio quotidianamente, perché vedo scarsi risultati nel guadagnare terreno su questo fronte".
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