Sono 59.749 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 70.852. Le vittime sono invece 278, in calo rispetto a ieri quando erano state 388. Sono 12.265.343 gli italiani contagiati dal Covid dall'inizio della pandemia. Gli attualmente positivi sono 1.480.113, in calo di 70.297 nelle ultime 24 ore, mentre i morti totali salgono a 151.962. I dimessi ed i guariti sono 10.633.268, con un aumento di 129.888 rispetto a ieri.
Sono 555.080 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, sempre secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 695.744. Il tasso di positività è al 10,7%, stabile rispetto al 10,2% di ieri. Sono invece 1.073 i pazienti in terapia intensiva, 46 in meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 75. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 15.127 (15.602), ovvero 475 in meno rispetto a ieri.
Ed è fissata per il prossimo 25 febbraio una riunione straordinaria della commissione tecnico scientifica dell'Aifa e, secondo quanto si apprende, in quella occasione dovrebbe essere esaminata la possibilita' di autorizzare la quarta dose del vaccino anti Covid ai soggetti fragili. L'esame dei dati sara' avviato in seguito alla richiesta del Ministero della Salute. Alcune regioni, come il Piemonte, avevano gia' posto la questione al Ministero.
Il 72% dei pazienti ricoverati 'per Covid' non ha copertura vaccinale adeguata. Emerge dalla rilevazione Fiaso negli ospedali sentinella del 15 febbraio. Fiaso ha analizzato la condizione vaccinale dei ricoverati con polmoniti da Covid nei reparti ordinari e nelle intensive: circa il 72% dei pazienti non ha affatto una copertura vaccinale o non ce l'ha completa perché vaccinati da oltre 4 mesi e non ha fatto la dose booster. A sviluppare sindromi respiratorie e polmonari da Covid e ad avere necessità di ricovero, dunque, sono per oltre due terzi pazienti che non godono di copertura vaccinale adeguata.
La curva dei ricoveri comincia a scendere rapidamente: in una settimana il numero dei pazienti Covid ricoverati è diminuito del 17%, sempre secondo la rilevazione Fiaso. Nei reparti ordinari la diminuzione dei pazienti, rispetto all'8 febbraio, si attesta al 16% mentre nelle intensive il calo arriva al 26%. La riduzione dei pazienti, tuttavia, procede a ritmi differenti: negli ospedali del Nord il calo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, è stato del 29%. Nelle strutture del Centro i ricoveri sono scesi dell'11% mentre al Sud e isole i pazienti si sono ridotti dell'8%.
Secondo i dati dell'Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali del 15 febbraio, la percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19 resta al 12% in Italia e, nell'arco di 24 ore, cresce solo in Liguria (13%), mentre cala in13 regioni: Abruzzo (al 13%), Basilicata (al 5%), Calabria (13%), Campania (8%), Emilia Romagna (12%), Friuli Venezia Giulia (17%), Marche (14%), Pa Bolzano (7%), PA Trento (14%), Sicilia(13%), Toscana (13%), Umbria (8%), Veneto (7%). Il tasso è stabile in 7 regioni: Lazio (19%), Lombardia (9%), Molise (13%), Puglia (13%), Sardegna (15%), Piemonte (12%) e Val d'Aosta (12%).
L'occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti con Covid-19 resta al 24% in Italia e, in 24 ore, cresce solo nelle Marche (al 31%). Cala, invece, in 12 regioni e province autonome: Basilicata (al 26%), Campania (26%), Emilia Romagna (22%), Friuli Venezia Giulia (30%), Liguria (31%), Molise (23%), PA Bolzano (20%), PA Trento (22%), Piemonte(23%), Toscana(21%), Val d'Aosta (23%) e Veneto (15%). Questi i dati dell'Agenzia Nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas) del 15 febbraio. Tasso stabile in Abruzzo(al 36%), Calabria(31%), Lazio(29%), Lombardia(18%), Puglia(25%), Sardegna(25%), Sicilia(35%), Umbria(31%).
Intanto è stato chiuso, e in queste ore verrà sanificato per riaprire venerdì prossimo come reparto normale, il reparto covid di Codogno (Lodi). Era stato riaperto il 10 gennaio scorso dopo l'ultimo aumento di malati. E' quindi la seconda chiusura nella città simbolo dello scoppio della pandemia in Italia. Il reparto era stato aperto con la scoperta del cosiddetto 'paziente 1 italiano' ed era stato chiuso già una prima volta il 4 giugno 2021. "Speriamo si tratti dell'ultima, definitiva chiusura di questo repartino" sottolinea Paolo Bernocchi direttore sanitario dell'Asst di Lodi. "L'ormai ex area covid, da venerdì, quindi - conclude Bernocchi - tornerà a essere dedicata ai pazienti di chirurgia, medicina e riabilitazione cardio-pneumologica.