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Entro due anni previsti 40 mila medici in meno

Entro due anni previsti 40 mila medici in meno

Anaao, pesano pensioni e licenziamenti. Puntare a specializzandi

ROMA, 24 maggio 2022, 09:25

(di Manuela Correra)

ANSACheck

ENTRO DUE ANNI PREVISTI 40 MILA MEDICI IN MENO - RIPRODUZIONE RISERVATA

ENTRO DUE ANNI PREVISTI 40 MILA MEDICI IN MENO - RIPRODUZIONE RISERVATA
ENTRO DUE ANNI PREVISTI 40 MILA MEDICI IN MENO - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un Servizio sanitario nazionale (Ssn) sempre più 'povero' e ospedali sempre più sguarniti di professionisti: entro 2 anni, ovvero al 2024, i camici bianchi saranno infatti 40mila in meno e l'unica soluzione a breve termine che potrebbe consentire di porre un argine al fenomeno 'rimpiazzando' le migliaia di specialisti in uscita è puntare sugli specializzandi in Medicina agli anni finali di corso.

L'ultima stima è del sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, che ha analizzato i tre fattori principali che stanno determinando la carenza di medici specialisti: pensionamenti, licenziamenti e nuove attività previste.

Primo fattore è dunque quello dei pensionamenti. Nel triennio 2019-2021, spiega l'Anaao, sono andati in pensione circa 4.000 medici specialisti ogni anno per un totale di 12.000. Nel triennio 2022-2024 ne andranno in pensione circa 10.000. Quindi in 6 anni il Ssn perderà 22.000 medici specialisti ospedalieri per pensionamenti. Il secondo fattore è quello dei licenziamenti: "A impoverire le corsie - afferma il sindacato - si aggiunge il fenomeno della fuga dagli ospedali". Dal recente studio Anaao risulta che dal 2019 al 2021 hanno abbandonato l'ospedale circa 9.000 camici bianchi per dimissioni volontarie.

Se il trend dei licenziamenti fosse confermato anche nel triennio successivo, si licenzierebbero ulteriori 9000 medici dal 2022-2024. Tra pensionamenti e licenziamenti si arriverebbe dunque a una perdita complessiva di 40.00 specialisti entro il 2024. Il terzo fattore è invece legato alle nuove attività che richiedono una implementazione delle dotazioni organiche. La pandemia "ha reso indispensabile il potenziamento delle terapie intensive non solo dal punto di vista del numero dei posti letto ma anche - rileva l'Anaao - del personale che deve essere specificamente formato". ll Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede inoltre diversi interventi tra i quali la realizzazione degli ospedali di Comunità con circa 11mila posti letto entro il 2026. Dove reperire dunque il personale? Secondo l'Anaao, gli specializzandi sono l'àncora di salvezza per il Ssn. Coloro, però, che hanno ottenuto il contratto di formazione specialistica nel 2020 e nel 2021 (le borse sono state rispettivamente 14.000 e 18.000) potranno essere utilizzati negli ospedali solo tra 4/5 anni. Nell'immediato, è pertanto la proposta del sindacato, è necessario "stabilizzare tutto il precariato formato durante la pandemia (9.409 unità) e contrattualizzare quella platea di 15mila specializzandi degli ultimi anni di specializzazione che già da subito potrebbero essere impiegati per dare aiuto negli ospedali".

"Queste carenze di medici, già in atto dal 2019 - spiega all'ANSA il segretario nazionale Anaao-.Assomed, Carlo Palermo - riguarderanno il Ssn, ma un problema analogo sussiste anche per i medici di famiglia. Dal Ssn usciranno quindi decine di migliaia di specialisti, molti dei quali si prevede andranno a lavorare nel privato, come già sta accadendo. Rischiamo così di vedere la chiusura di decine di Pronto soccorso e unità ospedaliere". Il punto, prosegue il leader sindacale, è che "peggiorerà l'accesso alle cure da parte dei cittadini, e il diritto alla salute sarà solo sulla carta". Ed ancora: "Il grande pericolo è anche che si creino forti diseguaglianze territoriali tra Nord e Sud del Paese, insieme a diseguaglianze legate alle possibilità economiche dei cittadini. Chi avrà possibilità economica andrà infatti verso la sanità privata, chi non la avrà resterà in infinite liste di attesa". Quanto all'eventuale abolizione del numero chiuso a Medicina, questa, conclude Palermo, "non rappresenta una soluzione a breve termine, perchè i primi medici sarebbero disponibili tra almeno 10 anni; inoltre, incrementando ora gli accesi si rischia di creare un eccesso di medici nel futuro perchè fra 10 anni il mercato sarà cambiato ed i pensionamenti saranno molti meno".
   
   

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