Anche tra i medici che lavorano in
Umbria sta emergendo una situazione di "grave sofferenza legata
a carichi di lavoro sempre maggiori, stress e periodi di
operatività sempre più prolungati, con a volte anche le ferie a
rischio". A denunciare la situazione è Lucio Patoia, presidente
in Umbria della Fadoi, la Federazione dei dirigenti ospedalieri
di medicina interna, nonché direttore delle struttura complessa
di Medicina interna all'ospedale di Foligno. Patoia con l'ANSA,
torna sul caso morto in Puglia dopo 24 ore di lavoro.
"Siamo in un periodo di notevole difficoltà - afferma Patoia -
per tutti gli ospedali italiani, in particolare per i reparti di
medicina interna, quelli dedicati alle urgenze e per le Rsa. Sui
quali gravano la maggior parte dei ricoveri: su dieci persone
che si rivolgono ai pronto soccorso sette o otto hanno acuzie di
competenza di area medica, su cui gravano quindi i maggiori
carichi di lavoro, e il restante due-tre necessitano di ricoveri
in area chirurgica".
Patoia parla di una "carenza di medici cronica già prima del
Covid con la pandemia che ha dato il colpo finale". "Il
contratto - sottolinea il presidente di Fadoi Umbria - prevede
38 ore di lavoro settimanali ma si va sistematicamente oltre
nell'interesse dei pazienti e dei loro familiari. Ci sono
colleghi con centinaia di ore di esubero accumulate che
significano riposi non fatti".
"La gente - sottolinea Patoia - deve almeno sapere e essere
consapevole che questi problemi esistono. Come se ne esce?
Facendo più assunzioni possibili e destinando alla sanità quante
più risorse possibili".
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