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Il Covid danneggia il cervello, miglioramento dopo circa 9 mesi

Il Covid danneggia il cervello, miglioramento dopo circa 9 mesi

Studio Prato, sintomi neurologici in fase acuta, poi calo

PRATO, 12 settembre 2022, 15:58

Redazione ANSA

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Sui riflessi del Covid rispetto ad eventuali danni neurologici è stato pubblicato uno studio condotto da un team di medici della Medicina nucleare e della Neurologia dell'ospedale Santo Stefano di Prato secondo cui "la funzione neuronale migliora progressivamente dalla fase acuta fino a quella cronica a 7-9 mesi dall' infezione". Riportato dall' 'European Journal of Nuclear Medicine and Molecular Imaging', lo studio su pazienti con sintomi neurologici da Covid durante il periodo pandemico evidenzia per la prima volta che il Covid può determinare importanti alterazioni della funzione neuronale cerebrale, in particolare nelle regioni frontali durante la fase acuta della malattia e tali alterazioni si riducono nel tempo fino quasi a scomparire a partire dal terzo mese dall' infezione. Oltre all'interessamento di altri apparati come quello respiratorio, riferisca la Asl Toscana Centro con una nota, "sono sempre più numerose le evidenze che il Covid possa penetrare nel sistema nervoso centrale determinando riduzioni della funzione neuronale alla base della sintomatologia neurologica osservata in questi pazienti".
    Per il team dell'ospedale di Prato, "tali sintomi possono essere severi durante la fase acuta di malattia e persistere in forma più lieve - affaticamento, 'nebbia nel cervello', disturbi di memoria e del sonno, ansia, depressione - anche dopo mesi dalla fase acuta (nei pazienti long-Covid)". "L'obiettivo della ricerca - spiega Stelvio Sestini, direttore della struttura complessa di Medicina Nucleare del Santo Stefano - è stato di capire quali sono le zone del cervello che il virus colpisce in modo preferenziale nei pazienti con infezione da SarS-CoV2 con sintomi neurologici di nuova insorgenza e come evolve nel tempo il danno neuronale dalla fase acuta alla fase cronica (circa 9 mesi), cosa mai dimostrata fino ad oggi".
   

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