"Le donne che vogliono abortire
all'ospedale San Paolo di Savona da un anno e mezzo sono
costrette a farlo nel blocco parto camminando lungo i corridoi
dove sentono i gemiti dei bambini appena nati. Questa non è
umanità. Voi non siete umani". Lo denuncia il consigliere
regionale Roberto Arboscello in un'interrogazione in Consiglio
regionale alla Giunta Toti.
Presso l'ospedale San Paolo di Savona nel periodo pre-covid
le IVG chirurgiche venivano effettuate nel blocco operatorio
della struttura e la degenza era assicurata presso la struttura
di day-surgery.
Per la Giunta ha risposto l'assessore Marco Scajola spiegando
che "l'emergenza covid ha obbligato a un riassetto sia
strutturale sia organizzativo delle interruzioni volontarie di
gravidanza all'ospedale San Paolo di Savona, pur comprendendo e
condividendo le motivazioni che hanno portato alla segnalazione,
nell'immediato non è prevedibile la riapertura della struttura
di Day Surgery multi-disciplinare e la ripesa delle modalità
operative precedenti all'emergenza covid".
"L'interruzione volontaria di gravidanza per una donna, oltre
che un diritto, è una decisione estremamente delicata e spesso
sofferta, difficilmente presa con leggerezza, resa ancora più
dolorosa dalle possibili difficoltà di individuare e accedere
alle strutture in cui viene eseguito l'intervento" rimarca
Arboscello sollecitando la Giunta Toti a "ristabilire le
modalità operative originali per le interruzioni volontarie di
gravidanza nella struttura di day-surgery.
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