Un'alimentazione con più verdure
e il giusto apporto di carni è fondamentale per cercare di
prevenire tumori come quello al colon retto ma anche patologie
degenerative come l'artrite reumatoide e l'aterosclerosi. Sono
queste le conclusioni dello studio Changes in the oral status
and periodontal pathogens in a Sardinian rural community from
pre industrial to modern time" (Cambiamenti nello stato orale e
patogeni parodontali in una comunità rurale sarda dal periodo
preindustriale a quello moderno) pubblicato sulla rivista
scientifica internazionale Nature Scientific Reports e condotta
da un team dei laboratori di Biologia Molecolare e di Analisi
chimico cliniche e microbiologia dell'Aou Cagliari.
I ricercatori hanno esaminato e analizzato il DNA presente nei
calcoli dentali di individui vissuti in epoche diverse negli
ultimi 200 anni e hanno scoperto che "nella bocca è visibile un
progressivo aumento negli ultimi 70 anni di specie batteriche
'patobionte', cioè microbi dalla doppia personalità, normalmente
tollerati in condizioni di equilibrio fisiologico, ma capaci di
partecipare a processi di infiammazione cronica in situazioni di
disbiosi del cavo orale, ovvero l'alterazione della flora
batterica orale". Questi microrganismi, spiega Germano Orrù del
dipartimento Scienze Chirurgiche, sono stati ultimamente
associati a gravi malattie degenerative quali artrite
reumatoide, tumore al colon retto, aterosclerosi.
Questo studio, dice Ferdinando Coghe, direttore del Laboratorio
e direttore sanitario dell'Aou di Cagliari, "è il primo del
genere e potrebbe spiegare il preoccupante incremento delle
'malattie degenerative dei tempi moderni' e nello stesso tempo
suggerisce come la via dei microbi potrebbe essere una soluzione
nella diagnosi e nella terapia di queste gravi patologie; negli
ultimi anni è stata osservata una stretta correlazione tra la
composizione del microbiota intestinale e la comparsa di placche
amiloidi a livello celebrale, che sono caratteristiche della
malattia di Alzheimer". La ricerca è firmata anche da Alessandra
Scano del laboratorio di Biologia Molecolare del San Giovanni di
Dio.
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