In un futuro molto vicino il dolore
cronico grave sarà curato con l'aiuto della realtà virtuale.
Ieri a Milano, al convegno internazionale 'Frontiers Health' sui
temi della salute digitale, è stato presentato un nuovo sistema
psicologico di riabilitazione in grado di analizzare il paziente
con dolore cronico mentre, attraverso un visore, vive in una
realtà immersiva, dove un mentore virtuale lo porta a fare
piccoli movimenti dettati dall'algoritmo generato dalla
precedente analisi.
Uno studio pilota finlandese pubblicato su 'Pain', mostra
come questa terapia, a cui 42 pazienti con mal di schiena
cronico, disabilità, dolore cronico da moderato a grave ed
elevata paura da movimento sono stati sottoposti per otto
settimane, abbia dato risultati misurabili come "riduzioni della
paura del movimento e una migliore impressione globale del
cambiamento rispetto al placebo e alle cure standard", oltre a
"una disabilità inferiore". Con valutazioni dopo il trattamento,
dopo 9 settimane e a cinque mesi. E non è poco secondo i
ricercatori, che fanno notare come "questa è una popolazione
clinicamente rilevante con dolore cronico di lunga data (75% con
dolore che dura più di 5 anni), che erano disabili, e avevano
un'alta paura del movimento".
Si tratta comunque di uno studio pilota, con un numero
limitato di pazienti, ma apre la strada a ricerche più
approfondite. Del resto, tutto è cominciato solo pochi anni fa
con gli orologini digitali che all'inizio misuravano i passi,
che pian piano hanno aggiunto altre caratteristiche utili e, in
collaborazione con le nuove app degli smartphone, hanno anche
cominciato a misurare importanti parametri della salute come la
pressione arteriosa e l'elettrocardiogramma. E la digital health
è cresciuta con le sperimentazioni scientifiche, tanto che l'Oms
oggi la definisce come "l'uso di tecnologie informatiche e di
telecomunicazione (Ict) a vantaggio della salute umana".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA