"Minutes can save lives", i minuti possono salvare vite. Una persona su 4 verrà colpita da ictus nel corso della propria vita, ma ogni minuto è prezioso". A ribadirlo è la World Stroke Organization per l'edizione 2022 della giornata mondiale contro l'ictus cerebrale del 29 ottobre.
Quando si tratta di ictus, ogni minuto è fondamentale ricorda per l'occasione anche A.L.I.Ce. Italia Odv, Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale: per ogni secondo che si ritarda dopo l'ictus vengono bruciati 32mila neuroni e per ogni minuto ben 1,9 milioni. L'ictus cerebrale è una patologia strettamente correlata al tempo: più precocemente si interviene, migliori possono essere i risultati grazie alle terapie (trombolisi e trombectomia meccanica). Debolezza da un lato del corpo, bocca storta, difficoltà a parlare o comprendere (afasia), muovere con minor forza un braccio, una gamba o entrambi, vista sdoppiata o campo visivo ridotto, mal di testa violento e improvviso, insorgenza di uno stato confusionale, non riuscire a coordinare i movimenti né stare in equilibrio: questi sintomi indicano che potrebbe trattarsi di un ictus cerebrale.
"Se ne compare anche uno solo, è necessario chiamare subito il 112 o il 118 - spiega Andrea Vianello, presidente A.L.I.Ce. Italia Odv - è fondamentale che la persona venga portata il più rapidamente possibile negli ospedali, possibilmente dotati di Unità Neurovascolari (Centri Ictus - Stroke Unit). Solo così si può pensare di ridurre il rischio di mortalità ed evitare ictus particolarmente gravi, cercando di limitare danni futuri e le conseguenze di disabilità, spesso invalidanti". È necessario mettere in atto strategie per sensibilizzare sul "fattore tempo", proprio perché la finestra temporale per intervenire è racchiusa entro le prime 4,5 - massimo 6 ore. L'ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150.000 italiani vengono colpiti ogni anno e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. In Italia, le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono circa 1 milione, ma il numero è in crescita.
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