Era il 24 novembre 2002 quando
veniva inaugurato nella settecentesca Villa Fabriani a
Spilamberto (Modena) il Museo del Balsamico Tradizionale. In
questi vent'anni il Museo si è fatto conoscere in tutto il mondo
ed è stato visitato da oltre 140mila persone, di cui 56mila
straniere, ben il 40%. Oggi propone un percorso di visita
rinnovato e interattivo, pensato per coinvolgere i più giovani,
e domenica 27 novembre l'ingresso sarà gratuito per tutti: oltre
al Museo sarà possibile visitare anche l'Acetaia e degustare il
Balsamico Tradizionale con la guida dei Maestri della
Consorteria.
Grazie al sostegno di Fondazione di Modena, Fondazione di
Vignola, Bper Banca e alla Regione Emilia-Romagna, il Museo può
contare su nuovi strumenti per agevolarne la visita, come QR
code in corrispondenza dei pezzi esposti e targhe in braille per
le persone ipovedenti, un nuovo impianto di illuminazione e un
quiz finale interattivo con cui i visitatori possono testare le
competenze apprese durante la visita. Il nuovo percorso è
arricchito inoltre da un video introduttivo a cui seguono altre
brevi pillole video lungo il percorso per illustrare le varie
fasi della nascita del balsamico: dalla raccolta dell'uva alla
pigiatura, dalla cottura del mosto fino ai travasi, rincalzi e
alla costruzione delle botti.
"Il Museo è cresciuto costantemente - spiega il Gran Maestro
della Consorteria, Maurizio Fini - grazie all'ampliamento degli
orari e dell'offerta, ma soprattutto grazie alle tante
collaborazioni con le realtà culturali ed enogastronomiche del
territorio, come il Museo Casa Artusi di Forlimpopoli,
ambasciatore del nostro Balsamico Tradizionale nelle loro
trasferte, e gli Ecomusei della Regione. Nel 2010, poi, è
arrivato il riconoscimento di Museo di Qualità da parte
dell'Istituto per i Beni Artistici e Culturali e Naturali. Ma
rimane ancora tanto da fare per portare la tradizione del
Balsamico nel futuro e nel mondo: per questo abbiamo intrapreso
il percorso affinchè la cultura del Balsamico venga riconosciuta
come patrimonio immateriale Unesco".
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