Un pomeriggio di gioco di squadra,
per superare i propri limiti e accrescere la resilienza dei
giovani pazienti con acondroplasia, malattia genetica rara che
porta allo sviluppo anomalo dello scheletro, frequente causa di
una bassa statura disarmonica, caratterizzata da arti corti
rispetto al tronco e da anomalie del volto. A promuoverla,
sabato 26 novembre presso la sede di Sant'Onofrio dell'Ospedale
Bambino Gesù di Roma (dalle ore 14.30 alle 17.30) è
l'associazione "Acondroplasia-Insieme per Crescere".
L'evento "Come nelle favole", promosso con il contributo non
condizionato di BioMarin, chiuderà la Giornata che
l'Associazione dedica alla patologia, che vede in apertura il
convegno annuale "Nati per Crescere: conoscenza, consapevolezza,
autostima".
"Come nelle favole" consisterà in un'attività di "team
building" durante la quale bambini e ragazzi, accolti dal
psicologici e formatori, saranno coinvolti, insieme ai genitori
e ad alcuni atleti paralimpici, in un gioco di squadra volto a
simulare una sfida ad alcuni dei loro limiti, anche fisici.
"Come nelle favole", i protagonisti diventeranno piccoli "eroi",
chiamati a tirare fuori le loro risorse per superare degli
ostacoli.
Ad arricchire l'evento sarà la presenza degli atleti
paralimpici Agnese Caon, campionessa italiana nel lancio del
peso e del disco; Mariangela Correale, atleta della nazionale
italiana paralimpica danza sportiva; Maria José Giorio,
campionessa italiana nel lancio del peso e del disco e Daniele
Terenzi, atleta Bionic People. Gli atleti porteranno
testimonianza della loro storia e delle vittorie raggiunte.
"Oltre ad essere un importante momento di divertimento e
socialità per i bambini con acondroplasia e per le loro
famiglie, l'incontro intende diffondere un forte messaggio di
resilienza, soprattutto contro il marcato stigma sociale che
tuttora permane verso questa patologia", dichiara Nadia Pivato,
presidente dell'associazione. "La condizione impone
inevitabilmente alcune limitazioni, ma vogliamo ribadire che è
importante concentrarsi sulle proprie capacità, su ciò che si
può fare, coltivando questa resilienza".
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