Una nuova terapia 'combo' si è dimostrata efficace contro la leucemia mieloide acuta e gli effetti positivi della cura sono stati evidenziati dalla sperimentazione clinica ma anche da un trial virtuale condotto attraverso l'intelligenza artificiale, presentato per la prima volta al Congresso della Società americana di ematologia (Ash).
I due studi - presentati con la menzione 'Best of Ash', ovvero 'migliori' studi dell'Ash - sono stati ideati dall'Istituto romagnolo per la cura dei tumori Nino Amadori di Meldola, e realizzati in 30 centri della rete 'Fondazione Gimema per la promozione della ricerca sulle malattie ematologiche'.
"Il nostro studio - spiega all'ANSA il direttore scientifico dell'Istituto Amadori, Giovanni Martinelli - ha dimostrato l'efficacia del nuovo programma Vflai, che prevede la chemioterapia associata al nuovo farmaco venetoclax, nei malati di leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi giovani ed a più alto rischio di recidiva, con un profilo dunque sfavorevole.
Vflai ha portato infatti ad una remissione completa della malattia nell'89% dei casi, un dato di remissione completa mai ottenuto su questo tipo di popolazione. Lo studio è stato condotto su 117 malati e all'Ash presentiamo i risultati sui primi 60 pazienti". L'Istituto ha anche effettuato una seconda analisi attraverso un trial virtuale definito Propensity score: "Si è considerata una serie storica di malati con leucemia acuta rispetto al trattamento con Vflai e si è visto che tale approccio è estremamente più favorevole rispetto alla chemioterapia convenzionale in uso". L'approccio del trial virtuale, sottolinea Martinelli, "è molto innovativo perchè si risparmia a tanti malati un trial clinico in cui potrebbero capitare anche nel braccio di sperimentazione meno efficace. E' una delle prime volte che viene presentato un virtual trial: l'idea è di creare con l'intelligenza artificiale una sperimentazione che abbia le stesse caratteristiche e la stessa efficacia di un trial reale". In Italia si registrano circa 6mila casi l'anno di leucemia mieloide acuta, di cui la metà sono soggetti tra 18 e 65 anni. La maggioranza di questi malati affronta poi un trapianto di midollo di consolidamento. "E' dunque importante arrivare al trapianto senza residuo di malattia: i nostri dati indicano che questa è un terapia innovativa. Si mette il paziente in una condizione di guarigione che - conclude Martinelli - può essere poi consolidata dal trapianto".
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