Per questo Natale, nel salone
dell'associazione Peter Pan, a Roma, i ruoli si sono invertiti.
A fare una festa a sorpresa per i volontari sono state le
famiglie ucraine con bambini e ragazzi malati di tumore, che
passeranno il loro Natale da 'profughi' in Italia, mentre il
loro Paese è sotto le bombe.
Leucemie, sarcomi, glioma cerebrale, sono i più frequenti
tumori che colpiscono i bambini e i ragazzi. Per molti di loro
che vivevano in Ucraina l'invasione russa ha rappresentato un
doppio dramma, con il bombardamento di ospedali, l'interruzione
dei protocolli di cura, la difficoltà a trovare medici e farmaci
salvavita. Sono stati, per questo, tra i primi ad essere
evacuati e a ritrovarsi catapultati in una nuova vita, da
rifugiati, lontani da casa, amici e familiari. Molti sono ora in
cura all'Ospedale Bambino Gesù di Roma e hanno trovato
ospitalità presso l'Associazione Peter Pan, che li accoglie con
vitto, alloggio e umanità. Oggi in tutto sono 12 i piccoli
pazienti ospitati insieme a uno o più familiari accompagnatori.
"Dopo tanta angoscia - spiega Anastasia mamma di una ragazza
di 14 anni con leucemia - i nostri bambini hanno trovato un
posto pieno di affetto. I volontari ogni giorno creano le
condizioni per farci sentire meno la nostalgia dei nostri cari e
per dimenticare i rumori delle sirene e delle bombe". Per
questo, a Natale, le famiglie hanno deciso di ringraziare 'a
modo loro'.
"Alle 11 nel salone di Peter Pan ci sarà una sorpresa dalle
famiglie ucraine": questo il messaggio trovato dai volontari.
"Non sapevamo altro, nessun altro indizio. Quando siamo arrivati
- racconta Chiara - c'erano le foto dei bambini, regali per
volontari e lo staff delle pulizie, canzoni di Natale in lingua
ucraina. Un vero 'grazie' corale". È stata, conclude Roberto
Mainiero, presidente di Peter Pan, "una sorpresa davvero
emozionante. In una situazione per loro così difficile, lontano
dalle loro città e dai loro cari, queste persone ci mostrano che
bisogna andare avanti senza perdere la speranza e senza perdere
la capacità di essere grati per quello che riceviamo".
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