"Cerchiamo medici sognatori. Il
sogno si chiama Sardegna". Non è passato inosservato, a poche
ore dalla sua pubblicazione sulla pagina istituzionale di
Facebook dell'Ares, l'azienda regionale della Salute, il post
che accompagna l'annuncio per la ricerca di dirigenti medici di
Chirurgia generale da destinare alle Asl di Nuoro,
dell'Ogliastra e del Sulcis. Sulla rete e nei social network il
'claim' che accompagna l'annuncio del bando, che peraltro scade
oggi, è diventato virale e ha già scatenato decine di
condivisioni e commenti ironici su molti profili, anche se la
pagina dell'ente è chiusa ai commenti esterni.
Sulla scelta di utilizzare il linguaggio del marketing
pubblicitario e non le linee guida della comunicazione
istituzionale si è scagliato anche il consigliere regionale di
opposizione e capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus.
"Il messaggio assomiglia a quello di qualche vecchia campagna
turistica istituzionale o di qualche resort - scrive -. Ma
ironia a parte, qualcuno dovrebbe spiegare all'assessore, e a
chi insieme a lui si occupa della sanità, che il motivo della
carenza di organico non è da ricercare nella poca voglia di
'sognare' dei medici". Per il capogruppo le cause hanno diverse
origini: "In troppi reparti non ci sono le condizioni minime per
lavorare in sicurezza sia per le strutture e gli organici, sia
in riferimento ai livelli di attività, in alcuni casi molto
lontani da quelli minimi stabiliti dal ministero".
E ancora "i medici in affitto, una scelta della Regione come
alternativa meno responsabilizzante e meglio pagata: è più
facile che i sognatori rispondano agli annunci delle coop
piuttosto che a quello di Ares", sostiene Agus. Poi la disparità
con le altre regioni d'Italia, le problematiche della rete
ospedaliera e il fatto "che nelle aziende sanitarie sarde stia
governando il caos, con la guida di strutture affidata da anni
ai 'facenti funzione' - aggiunge -. Inoltre ogni 5 anni la
sanità è oggetto di una riforma organica. Periodicamente si
smontano e rimontano ospedali e Asl e poi ci si sorprende se
manca qualche pezzo. Il 'sogno' non può essere lavorare in
queste condizioni e a queste condizioni".
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