Il gruppo Menarini nel 2022 ha realizzato un fatturato di 4,154 miliardi di euro, con una crescita del 6% rispetto al 2021, e un Ebitda di circa 400 milioni. È quanto i vertici del gruppo farmaceutico hanno comunicato oggi a Firenze, nel corso di un evento per la stampa. Il fatturato consolidato del gruppo è realizzato per il 22% in Italia, e per il 78% a livello internazionale: per il 94% proviene dal comparto farmaceutico, e per il 5% dalla diagnostica.
I risultati 2022 di Menarini ne fanno il 17/o player nella graduatoria europea di settore, e il 32/o a livello mondiale. I dipendenti del gruppo sono complessivamente 17.800, di cui il 49,5% donne: 762 milioni le confezioni prodotte, di cui 553 prodotte internamente superando 1 miliardo di blister.
"L'Italia ha una sensibilità produttiva straordinaria, e quindi potrebbe essere l'elemento di traino per tutta la farmaceutica europea", ha affermato Lucia Aleotti, membro del board di Menarini e vicepresidente di Farmindustria, in occasione di un evento per la stampa a Firenze. "Ci ha fatto molto piacere - ha aggiunto - sentire il ministro Urso parlare di un fondo sovrano, per aiutare non solo il green ma anche l'indipendenza farmaceutica. Le imprese italiane stanno facendo cose eccezionali: possiamo davvero essere l'hub farmaceutico d'Europa". Aleotti ha poi sottolineato che "il 2022 per il settore farmaceutico in Italia e quindi per l'Italia è stato un anno straordinario, perché grazie agli investimenti nella parte produttiva in Italia sono stati prodotti oltre 40 miliardi di euro di produzione farmaceutica, esportati per il 90%. Quindi è chiarissimo che il farmaceutico sta diventando un asset fondamentale dell'economia italiana, un asset che dà lavoro a quasi un 50% di donne, questo è un elemento da tenere presente, con molti giovani estremamente qualificati".
In una situazione di crisi internazionale, ha osservato Lucia Aleotti, "è importante che un elemento vitale per la salute, e quindi indirettamente per tutta l'economia, per l'occupazione, per il funzionamento della macchina dello Stato, come i farmaci, sia localizzato dentro i confini nazionali, altrimenti si è dipendenti da altre potenze". "E' un elemento importantissimo per quanto riguarda la sovranità del nostro Paese e del continente europeo", e "non è un caso che sia gli Stati Uniti da una parte che la Cina dall'altra parte stiano cercando di localizzare in patria l'intera catena produttiva dei farmaci", ha spiegato Aleotti, secondo cui "l'Europa ancora non si è resa conto probabilmente di questo elemento, che è un elemento su cui anche all'interno di Farmindustria cerchiamo di portare l'attenzione: perché in un momento geopolitico così movimentato, in cui noi sentiamo tensioni nell'area del Pacifico, è un dovere anche di noi imprenditori che conosciamo la situazione delle nostre supply chain farlo presente in maniera molto chiara".
Menarini lavora per l'espansione verso Giappone e Brasile, ha inoltre illustrato Elcin Barker Ergun, Ceo del gruppo farmaceutico. "Siamo assenti dal Giappone - ha detto - mercato estremamente importante per l'oncologia, secondo solo agli Usa, e stiamo lavorando per fare un deal e poter entrare con l'oncologia. Un altro paese su cui stiamo lavorando è il Brasile, paese strategico". Poi, ha aggiunto Elcin Barker Ergun, "a livello delle differenti aree geografiche e regioni in cui siamo presenti ci stiamo indirizzando verso deal strategici per sfruttare le opportunità di crescita". La Ceo, ha ricordato il presidente di Menarini Eric Cornut, "ha messo in piedi una struttura nuova per dedicarsi con più attenzione a Medio Oriente e certi paesi africani che hanno un potenziale di crescita significativo, anche lì c'è molto lavoro da fare. Abbiamo un punto interrogativo sul ruolo che possono giocare i paesi dell'America del sud".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA