È disponibile in Italia un nuovo trattamento per una rara forma di tumore al polmone, il carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazioni da inserzione dell'esone 20 attivanti del fattore di crescita dell'epidermide (EGFR). L'Agenzia Italiana del Farmaco ha infatti approvato la rimborsabilità dell'anticorpo bispecifico amivantamab per i pazienti affetti da questa neoplasia in fase avanzata, dopo il fallimento della chemioterapia a base di platino.
In Italia, il tumore al polmone colpisce ogni anno oltre 40.000 persone. Poco più dell'1% di essi sono caratterizzate da questa mutazioni. I pazienti che ne sono affetti "hanno a disposizione poche opzioni terapeutiche, non solo per numero, ma anche per efficacia", spiega Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica, vicedirettore del Programma sul carcinoma polmonare allo IEO di Milano. "In questo contesto, l'arrivo di amivantamab è un traguardo importante perché rappresenta la prima terapia specifica per i pazienti con questa tipologia di tumore al polmone. Inoltre, gli studi clinici hanno mostrato una superiorità in termini di efficacia rispetto alle terapie standard per questo tumore, permettendo di raddoppiare l'aspettativa di vita dei pazienti".
L'uso del nuovo farmaco si inserisce in un approccio di medicina di precisione, sottolinea Silvia Novello, professore di Oncologia medica all'Università di Torino, responsabile dell'Oncologia Toracica all'AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano e presidente WALCE. "I test genetici, soprattutto la Next-Generation Sequencing, si rivelano uno strumento cardine non solo per una corretta diagnosi, ma anche per un approccio terapeutico personalizzato", dice.
"La disponibilità di amivantamab risponde al bisogno, ancora insoddisfatto, di offrire per la prima volta in Italia e in Europa ai pazienti e ai clinici una nuova opzione terapeutica per questo tipo di tumore al polmone, che tra le forme rare di EGFR è la più comune", conclude Danilo Arienti, Therapeutic Area Medical Manager di Janssen Italia.
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