In Fvg il tumore del colon-retto
registra circa 1.100 nuovi casi all'anno ma l'adesione al
programma di screening, fondamentale per favorire diagnosi
precoci e quindi facilitare le guarigioni o impedire
l'evoluzione in tumori, è tra le migliori in Italia: 2 cittadini
su 3 rispondono all'invito della Regione; dopo la pandemia è un
dato in crescita. Il tema è stato affrontato nel corso del
dibattito tra esperti "La prevenzione dei tumori del colon retto
in Friuli Venezia Giulia: stato dell'arte e sinergie in rete con
il terzo settore per promuovere la salute sul territorio",
promosso dalla Lega italiana contro i tumori - Lilt FVG.
L'evento, moderato da Bruna Scaggiante e Catrin Simeth, ha
concluso la settimana della prevenzione oncologica che Lilt ha
istituzionalizzato dal 2001 per diffondere la prevenzione. Dopo
i 50 anni la prevenzione del tumore del colon retto va fatta
regolarmente, e uno dei segni più precoci è un sanguinamento che
in genere non si vede a occhio nudo ma con un esame si
identifica - semplice e gratuito - delle feci, chiamato ricerca
del sangue occulto. "In questo modo siamo riusciti a ridurre del
30% incidenza e gravità", ha evidenziato il prof. Renato
Cannizzaro, docente all'Università di Trieste e responsabile
Gastroenterologia al CRO di Aviano."Ogni anno 300 persone non
avranno bisogno di ricorrere ai servizi sanitari per la cura.
Parallelamente è aumentata anche la qualità degli esami e delle
prestazioni e le tecnologie si innovano per individuare lesioni
sempre più precoci"
Occorre anche, come ha riferito il d.g. del Cro di Aviano,
Francesca Tosolini, saper arrivare ai giovani. Messaggi semplici
per spiegare quali siano gli aspetti su cui porre attenzione fin
da ragazzi: alimentazione, attività fisica, non fumo e non
alcol.
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