In una mattina di nuvole e sole - nel
day hospital oncoematologico e di medicina interna e nel
Chiostro dei Frati dell'ospedale Santo Spirito in Sassia - la
musica e la cura sono tornate al centro, secondo l'antica
tradizione del nosocomio più antico d'Europa.
Nove giovani musiciste - sette violini, una viola e un
violoncello - hanno accompagnato in un concerto d'archi con
brani di Bach, Mozart e Galuppi le terapie quotidiane dei
pazienti, portando sollievo e bellezza nella loro giornata e in
quella di medici, infermieri, ospiti e familiari di passaggio
nel grande cortile dell'ospedale. Un luogo di cura affacciato
sul lungotevere che dal 1100 non ha mai smesso di funzionare ma
già dal '600 esisteva come ostello e ospedale per i pellegrini
in visita alla tomba di Pietro.
Un progetto semplice e toccante: 'Note di terapia', voluto
dalla UOC Medicina Interna del Santo Spirito, con le giovani
allieve del Conservatorio di Santa Cecilia, del Conservatorio di
Neuchatel e del Liceo Giordano Bruno di Roma. A coordinarle i
maestri Ruggero Sfregola e Ruggiero Di Donna, dell'Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, ed Olivier Piguet, del Conservatorio
di Neuchatel. "In fondo il figlio di Apollo Asclepio,
l'Esculapio latino il cui bastone è simbolo della professione
medica, curava con la musica già nella grecia antica" racconta
il dottor Agostino Valenti, uno dei responsabili della UOC
Medicina Interna del Santo Spirito, da anni medico
dell'Orchestra di Senta Cecilia e tra i promotori di 'Note di
Terapia'.
E' dunque tornato oggi alla sua funzione di sempre,
l'ospedale che Innocenzo Terzo aveva pensato come luogo di
accoglienza e cura dei bambini abbandonati nella Ruota degli
Esposti, dalla quale venivano presi per essere lavati nel vino e
marcati con un piccolo tatuaggio sotto i piedi: la croce a
doppio braccio simbolo del Santo Spirito. E dove poi le donne
venivano ad allattare, allietate dalla musica, come raccontano
gli affreschi trecenteschi con immagini di flauti, archi,
cornamuse. Nelle splendide Corsie sistine - gallerie affrescate
dove fino al 1998 erano ancora disposti i letti degli ammalati,
con un gigantesco organo in posizione centrale nella stanza di
degenza - per centinaia di anni musica e cura hanno portato
sollievo ai pazienti. Come oggi, con la soave musica di nove
giovani musiciste ed il loro concerto d'archi.
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