"Il Governo sa tutto e ci ignora. Ci ascolti o sarà la fine delle piccole e medie imprese (pmi) e della Sanità Pubblica". E' quanto affermano Fifo Sanità Confcommercio (Federazione Italiana Fornitori Ospedalieri) e Pmi Sanità che, in rappresentanza degli oltre 100mila addetti ai lavori del comparto, oggi manifestano a Roma contro il payback sui dispositivi medici con rappresentanze provenienti da tutta Itala. La normativa - che prevede il ripiano a carico delle aziende del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici - "rischia più che mai - rilevano - di mettere a repentaglio il comparto delle forniture dei dispositivi medici e l'assistenza sanitaria pubblica".
Il Governo, spiegano Fifo e Pmi Sanità in una nota, "ha chiesto alle aziende la rinuncia al Tar, ma questo toglierebbe l'ultimo pilastro di protezione alle aziende".
"Imprese chiuse per un giorno - ha dichiarato Massimo Riem, presidente Fifo Sanità Confcommercio - per protestare contro quella che la Federazione ha definito una norma vessatoria. Oggi tutte queste persone sono qui perché il governo continua a non ascoltare il nostro grido d'allarme. È un problema che riguarda tutta Italia, è per questo che sono arrivate persone da ogni Regione. Una catastrofe per le imprese che si troveranno costrette a chiudere, causando l'interruzione delle forniture di dispositivi medici. Mancheranno stent, valvole cardiache e dispositivi salvavita. Una cosa indegna per un Paese civile".
Parla di "effetti distruttivi di questa svista normativa" Gennaro Broya de Lucia, presidente Pmi Sanità: "Adesso è il momento di agire. Basta con le scuse, basta giocare con le nostre vite e le nostre libertà", afferma.
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