"Il recupero post operatorio è
immediato ma serve riposo.
E soprattutto è necessaria una dieta alimentare più
controllata". Così il docente di chirurgia generale
all'Università Tor Vergata di Roma Giovanni Milito, parlando al
Messaggero dell'operazione del Papa. Il laparocele, spiega,
"quando si subisce un intervento come quello al quale si è
sottoposto papa Francesco, può capitare. È un intervento di
superficie abbastanza standardizzato: siccome i muscoli non
arrivano più a chiudere la parete, si utilizza una protesi, una
rete che contiene le pareti dell'addome". "Il recupero - dice
ancora - è immediato, occorre però che il paziente stia a riposo
un po' di tempo. In genere, servono dai 7-15 giorni per
un'attività fisica. Ma bisogna starsene a riposo, perché la rete
si deve ben assestare. Il paziente deve perdere peso e
assicurare un buon passaggio intestinale. È necessaria una dieta
controllata".
Sul QN interviene invece Francesco Corcione, già docente a
Napoli e presidente emerito della Società italiana di Chirurgia:
per l'intervento, sostiene, "non si poteva attendere. Questa è
una situazione che può solo peggiorare". Per un paziente di 86
anni sottoposto a intervento "il rischio è sempre alto, ma non
ci sono alternative. Allora è meglio intervenire senza dover
arrivare all'urgenza, con il rischio di perforazioni o di
un'altra resezione dell'intestino. Se il Papa non si fosse
operato avrebbe corso un rischio tre volte più alto".
Ora la convalescenza: "Deve stare molto più a riposo
rispetto all'altro intervento. Convalescenza lenta, quindi, di
almeno 40-60 giorni. Il Papa deve osservare un regime non dico
di riposo totale, ma di attività molto leggere. Niente viaggi.
Per un paio di mesi dovrà accontentarsi di affacciarsi alla
finestra di piazza San Pietro per l'Angelus".
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