Al primo posto per aspettativa di vita alla nascita, pari a 83 anni, e per anni vissuti in salute, in media quasi 72, l'Italia è in fondo alla classifica per la capacità di offrire ai propri anziani assistenza a lungo termine. Con appena 19 posti per 1000 abitanti over 65 anni, abbiamo la più bassa disponibilità di strutture residenziali destinate agli anziani. A indicarlo sono i dati del documento 'Il Servizio sanitario nazionale compie 45 anni', realizzato dall'Ufficio valutazione e impatto del Senato che confronta i nostri numeri con quelli di 7 Paesi: Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svezia.
Il dossier ripercorre il passaggio, avvenuto nel 1978, dalle casse mutue alla nascita del Servizio sanitario nazionale, basato su un modello di welfare universalistico, finanziato prevalentemente attraverso la fiscalità generale.
Mentre nel nostro Paese stentano a partire le cure domiciliari integrate, il confronto vede l'Italia ultima per disponibilità di risorse (18,8 posti per 1000 abitanti di età pari o superiore a 65 anni) per i posti letto destinati a cure a lungo termine in strutture residenziali: il penultimo posto, con 30 posti, va agli Stati Uniti, mentre la classifica vede in cima la Svezia, con 68 posti letto per 1000 abitanti over65, seguita dai 54 della Germania e dai 51 del Canada.
L'analisi conferma l'Italia ultima per spesa sanitaria pubblica totale in rapporto al Pil: il dato 2021 è pari al 7,1% del prodotto interno lordo, mentre la spesa pubblica statunitense, con il 15,9%, è al picco dei paesi considerati.
Riguardo ai posti letto ospedalieri, l'Italia è terza fra i Paesi europei (anno 2020), con 3,2 posti a disposizione per 1.000 abitanti, mentre al primo c'è la Germania con 7,8 posti.
Quanto al numero di infermieri in attività per 1000 abitanti spicca il primo posto della Germania (12) mentre Italia e Spagna sono in fondo, con appena 6,3 e 6,1 professionisti.
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