"Gli ultimi due anni hanno visto un
impatto senza precedenti dell'influenza aviaria ad alta
patogenicità H5N1 sul pollame e sui volatili selvatici su scala
globale". Così un nuovo rapporto sull'aviaria realizzato da
parte di una task force composta da membri di diverse
istituzioni internazionali (Scientific Task Force on Avian
Influenza and Wild Birds) secondo cui il rischio per l'uomo, al
momento, è basso. Tuttavia, "la capacità del virus di infettare
una varietà di specie di mammiferi e il rilevamento, ad esempio,
in allevamenti di visoni, dove esiste un alto potenziale di
trasmissione da mammifero a mammifero, crea preoccupazioni per
la salute pubblica".
Le ragioni per cui la situazione è senza precedenti, spiega
il documento, sono molte. Il virus negli ultimi anni sta
colpendo un numero sempre più ampio di specie con circa 400
specie di uccelli interessate. Inoltre, sempre più spesso, il
virus si diffonde nelle colonie riproduttive dove sono aggregate
migliaia di uccelli. Ciò sta causando focolai con mortalità
molto elevate con migliaia di esemplari deceduti. Una mortalità
così elevata rischia di mettere a rischio diverse specie di
uccelli. Negli ultimi anni è cresciuta anche l'estensione
geografica del virus: solo l'Oceania non è stata raggiunta.
Tra le novità degli ultimi anni anche le infezione nei
mammiferi. Le specie più colpite sono state "volpi, foche e
leoni marini, delfini, orsi, felidi, opossum, coati e mustelidi
tra cui lontre selvatiche e visoni americani d'allevamento",
spiega il documento.
Per quel che riguarda l'uomo "globalmente c'è stato un numero
relativamente piccolo di casi umani di H5N1, con 11 contagi al
momento di redazione di questo rapporto", si legge."Questi casi
sono stati associati a contatti ravvicinati e/o ripetuti con
uccelli domestici infetti o ambienti avicoli fortemente
contaminati".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA