"La coperta dei finanziamenti è
corta, mentre il Governo sceglie altre priorità, ma non quella
di tutelare la salute dei cittadini". Il Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza "viene rivisitato e definanziato sulle
misure per la sanità e intanto nel Paese si accentua la mancanza
di personale medico". A lanciare un nuovo "grido di allarme per
le sorti della sanità pubblica e della medicina generale" è
Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani.
"Siamo molti allarmati - spiega la sindacalista - dallo
scenario che si sta delineando in vista della presentazione del
Nadef (Nota di aggiornamento al Def) che sarà presentata, entro
fine mese e poi con il varo della Legge di Bilancio a fine
anno". Si prevedono scelte, per la Onotri, "che non tengono
conto di come cresce il divario fra la fuoriuscita del personale
dal Servizio sanitario nazionale dovuto a pensionamenti e
l'effettiva possibilità di assunzione. Allo stesso tempo non
vediamo segnali incoraggianti per il rinnovo del prossimo
Accordo Collettivo Nazionale (Acn) della medicina generale
triennio 2019/2021, che speriamo di chiudere in fretta per il
recupero economico di anni di arretrati, per incominciare poi
il confronto sulla tornata contrattuale attuale".
Senza incentivi economici, nuove norme sulle tutele, misure
per una sburocratizzazione e politiche di parità di genere, "è
molto difficile un vero rilancio della professione medica". A
fronte di questo, lo Smi chiede alla politica "un serio
intervento legislativo" per incentivare la professione medica.
"Non possiamo più tollerare - conclude Onotri - la fuga dei
nostri medici, prima nei paesi del nord Europa e ora negli
Emirati del Golfo, in cerca di condizioni di vita professionali
più dignitose mentre continuiamo ad importarne dall'estero".
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