"All'epoca hanno vinto i miei genitori, riportandomi alla vita con il loro amore, la loro lotta, la loro musica, non mollando mai. Ora tocca a me": Gianluca Sciortino, diventato famoso nel '92 quando, all'età di 10 anni, si risvegliò dal coma sulle note della canzone di Antonello Venditti 'Dimmelo tu cos'è', pubblica un nuovo album, 'Guerriera', dedicato alla madre Gerarda, scomparsa di recente, e al papà Pino.
La mamma coraggio era stata protagonista della fiction di Rai1 ispirata dalla sua commovente vicenda, 'In nome del figlio'. Una quarantina di giorni dopo la diagnosi di tumore, Gerarda è morta e Gianluca ha perso la sua ancora. "Quando entrai in coma, molti medici non credevano nel mio risveglio e dicevano che, anche se fossi sopravvissuto, sarei rimasto un vegetale", racconta. Grazie alla tenacia dei genitori e alle cure fu possibile la sua seconda nascita. In una lettera aperta intitolata 'Diario di una dolce malinconia', con sottotitolo 'Eravamo felici e non lo sapevamo', Sciortino scrive che "la grave e improvvisa perdita di una madre cambia la vita per sempre" ma il suo messaggio è di speranza, come quando interviene nelle scuole parlando di musicoterapia e del potere salvifico delle emozioni. "Sono ancora qui - aggiunge - per immergermi sempre più nella vita. Da compositore, cantautore ho inciso alcuni brani che, uniti a quello guida, 'Guerriera', saranno raccolti in un album dal quale la mia anima trasparirà senza filtri. Ho scoperto l'importanza di un padre - aggiunge - che cerca nel modo migliore di ricoprire faticosamente anche il ruolo di madre dedicandosi a me interamente. La musica mi aiuta e spero mi aiuterà nel percorso della mia tormentata esistenza".
Una luce investì Gianluca prima del risveglio dal coma. "Più mi avvicinavo a questa entità luminosa, più mi lasciavo alle spalle il senso di smarrimento e di paura. Nel momento in cui arrivai in prossimità di quella luce, intensa e avvolgente, mi apparvero - ricorda - i flash di volti familiari, i miei genitori. Li ricordo come immagini di uno spettatore fuori campo. Non era giunto il mio momento. Ero attratto da quella luce ma avvertii una forza che mi trattenne e mi spinse indietro in quella specie di tunnel luminoso. Sentii allora come un tonfo, l'esistenza del mio corpo, un dolore fisico". Oggi Gianluca riferisce "un episodio strano e ricorrente" che lo accompagna anche in questi freddi giorni invernali. "Quasi ogni volta che esco di casa, di mattina, una farfalla bianca - racconta - svolazza davanti a me e in un attimo sparisce". È una compagnia silenziosa che allevia la sua malinconia, pensando alla mamma. "Amo andare nei luoghi dove abitualmente andavamo in tre - aggiunge Sciortino - per percepire ancora quella sensazione di sentirsi in tre. La malinconia non mi toglie la voglia di combattere".
I brani dell'album sono stati realizzati in una sala di incisione vicino Napoli. Ogni canzone racconta qualcosa di Gianluca. 'La nuova era', scritta qualche anno fa, si avvale della collaborazione di Tony Esposito, il maestro Mario Simeoli è intervenuto nel corso della lavorazione di altri brani. C'è anche una cover, 'La canzone dell'amore perduto', di Fabrizio De André. Sciortino è pronto a tornare sul palco. "Esibirsi davanti a tanti o a pochi non è importante, l'empatia - dice - per me è la stessa".
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