La DED (Dry Eye Disease) o malattia
dell'occhio secco colpisce circa l'11,6% della popolazione
mondiale, eppure è ancora sottovalutata. A evidenziare i vissuti
dei pazienti Italiani, un progetto di ISTUD Sanità che ha
pubblicato nel volume 'DINAMO - Dry Eye: Medicina Narrativa per
la malattia dell'occhio secco' (Edizioni Effedì) oltre 300
narrazioni raccolte in 37 Centri Oftalmologici, con il sostegno
di Bausch & Lomb. Presentata ieri a Milano, presso Spazio
Copernico Centrale, la ricerca ha sottolineato il forte impatto
della patologia sulla vita quotidiana delle persone affette. 'La
DED deriva da una disfunzione del sistema della superficie
oculare che determina un'alterazione della produzione delle
lacrime e tende nel tempo a cronicizzarsi', spiega Pasquale
Aragona, Professore di Oftalmologia dell'Università di Messina.
A farne le spese, soprattuto le donne (78%), di età media pari a
57 anni, alle prese con video terminali e stress ossidativo. 'Un
terzo dei pazienti non conosce quanto è grave la propria
condizione e si cura con sostituti lacrimali', evidenzia Stefano
Bonini, Professore di Oftalmologia presso l'Università di Roma
Campus BioMedico. Fondamentale per il controllo dei sintomi
'migliorare la relazione medico-paziente personalizzando la
terapia', sottolinea il Prof. Maurizio Rolando, Vice Presidente
della European Dry Eye Society. Una patologia pesante anche dal
punto di vista economico e sociale 'per via di costi diretti,
legati a visite specialistiche e terapie che possono arrivare
fino a 1500 euro, e indiretti, come la ridotta capacità di
concentrazione sul lavoro', spiega Linda Landini, Medical
Affairs Manager e Direttore Scientifico Bausch & Lomb.
L'auspicio della medicina narrativa è quello di sensibilizzare
sulle difficoltà incontrate dai pazienti e offrire ulteriori
'strumenti per stare accanto alle persone che si confrontano con
i sintomi della malattia', conclude Maria Giulia Marini,
Direttore Scientifico e dell'Innovazione di ISTUD Sanità.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA