Restano ancora troppo lunghi i tempi
per accedere alle cure innovative anticancro in Italia. In tre
anni (2018-2021), in Europa sono state commercializzate 46
molecole anticancro ed il nostro Paese ha garantito la
disponibilità a 38, collocandosi al terzo posto dopo Germania
(45) e Svizzera (41), e davanti a Francia (33), Grecia (32),
Svezia (30), Olanda (29) e Spagna (26). I pazienti oncologici
italiani, però, devono aspettare ancora 419 giorni, 14 mesi, per
accedere a tali farmaci dopo l'approvazione dell'Agenzia europea
dei medicinali (102 in Germania, 145 in Danimarca). Per questo,
l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) chiede che
siano aboliti i Prontuari Terapeutici Regionali che allungano i
tempi di disponibilità delle terapie.
L'appello viene dal XXV Congresso Nazionale della società
scientifica a Roma. I tempi di latenza negli ultimi anni si sono
ridotti: superavano, infatti, i 24 mesi un decennio fa. Ma sono
ancora troppo lunghi, soprattutto se si tratta di terapie
salvavita in grado, in alcuni casi, di cronicizzare il tumore o
di guarire. In Italia, "ogni giorno, 1.070 persone si ammalano
di cancro - afferma Saverio Cinieri, Presidente Aiom -. Nel 2022
i nuovi casi sono stati 390.700. La sopravvivenza a cinque anni
è pari al 65% nelle donne e al 59% negli uomini, e raggiunge il
90% in neoplasie molto frequenti come quelle di seno e prostata.
Questi dati collocano l'Italia ai primi posti nel mondo. E' però
fondamentale garantire un accesso più tempestivo alle molecole
innovative: vanno aboliti i Prontuari Terapeutici Regionali e va
consentita l'immediata disponibilità dopo la pubblicazione in
Gazzetta, anche nelle more delle gare regionali". In 10 Regioni
sono ancora presenti infatti i Prontuari Terapeutici
(Ospedalieri) Regionali, cioè liste di farmaci prescrivibili
all'interno dei presidi ospedalieri, e si riscontrano forti
disparità territoriali: "Molte regioni - sottolinea Francesco
Perrone, presidente eletto Aiom - hanno attribuito carattere
vincolante al proprio Prontuario, in altre non sono vincolanti
per l'acquisto dei farmaci oncologici. Altre, invece, non ne
dispongono e hanno immediata disponibilità delle terapie. Si
tratta di disparità inaccettabili. Ci auguriamo che la riforma
di Aifa sia portata a termine quanto prima. Un assetto definito
dell'agenzia regolatoria potrà infatti aiutare a risolvere
questi problemi".
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